Dieci mesi
Emilia mi scrive ricordando quella mattina del sei aprile e l'immagine in tv del cronista di Sky con il paese di Onna distrutto alle spalle. Erano le sei e trenta. Da poco meno di tre ore Domenico, Maria Paola e mio padre non c'erano più e la tragedia cominciava a delinearsi sempre più assurda e in-credibile. Oggi sono passati dieci mesi. I primi dieci mesi di una vita che stenta a riprendere e che a volte si rifiuta di riprendere. Tre sere fa ho passato qualche ora con due papà, Massimo e Vincenzo, che come me in quella notte da incubo hanno perso quanto di più caro avevano. Ci siamo confidati i nostri sentimenti, abbiamo riparlato di quelle prime ore, abbiamo guardato al passato e provato a buttare un po' di luce sul futuro. Quel terremoto è e resta soprattutto nelle carni di chi si è visto strappare dal cuore il senso vero della propria esistenza. Ci siamo salutati con un: dobbiamo vivere soprattutto per loro, dobbiamo andare avanti con il ricordo della loro voglia di vivere spezzata all'improvviso nel letto della loro casa. Inizia un altro mese di sofferenza, e poi ne verranno altri. Ricostruire sarà comunque impossibile.