TURNO DI NOTTE

L'orgoglio di Federica che si sente infinita

«Sì, mi sento infinita». Dobbiamo riconoscenza a Federica Pellegrini che, con queste parole, ha festeggiato, ieri, la sua ennesima vittoria mondiale. A quasi 31 anni si è aggiudicata la medaglia d’oro nella garadei 200 stile libero ai Mondiali di nuoto. La nuotatrice veneta, per otto volte consecutive, è arrivata in finale in questa categoria. A partire dai Mondiali di Montreal nel 2005, è sempre salita sul podio conquistando 4 medaglie d’oro, 3 d’argento e una di bronzo. Merita applausi per tutto questo, ma la riconoscenza, anche da parte di chi non ha mai visto una gara di nuoto, la merita per un’altra ragione. Per come, ieri, ha commentato la sua vittoria: «Il lavoro paga. Sono contentissima. Io infinita? Sì». Una spudorata rivendicazione del< proprio valore che è raro ascoltare nelle anodine dichiarazioni post-gara di quasi tutti gli atleti italiani che sono soliti esibire falsa modestia, temendo forse che il destino possa vendicarsi dell’orgoglio ostentato. È il peccato di hybris che i greci antichi temevano potesse offendere gli dei. È un comandamento, quello di non vantarsi, che continuiamo a osservare per lo stesso motivo di duemila e rotti anni fa: per non attirare l’ira della divinità. E invece, no, quel divieto va violato senza paura quando il successo è frutto non del caso o dell’intrigo, ma solo del nostro merito.
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