Le domande senza risposta

18 Febbraio 2010

Nel pezzo che segue pubblicato oggi sul Centro ho cercato di dare voce alle domande che gli aquilani si fanno sul loro futuro e sul futuro della città.

 

L’AQUILA. C’è chi chiede l’osservatorio sulla legalità (il centrosinistra), chi invece l’osservatorio sulla ricostruzione (centrodestra). Nessuno che però risponde alle domande che i terremotati aquilani si fanno in questi giorni: come e quando si potrà dare il via alla vera ricostruzione della città e dei paesi. Perché è questo un po’ il paradosso: si annuncia un osservatorio (con componenti scelti dal consiglio regionale) di una cosa che non c’è: la ricostruzione.
 L’inchiesta che vede addensarsi sulla città l’ombra (e forse qualcosa di più) di sciacalli e avvoltoi, potrebbe far passare in secondo piano la vera questione: quando potranno essere aperti i cantieri per mettere mano finalmente al centro storico dell’Aquila e dei borghi devastati dal sisma?
 Nelle ultime settimane si nota una voglia sempre più forte da parte degli aquilani di rimboccarsi le maniche e cominciare a “fare qualcosa”.
 La nascita di decine di consorzi di proprietari che dovrebbero essere l’anima della ricostruzione sta a dimostrare che i cittadini non si accontentano delle «casette di Pollicino» come le ha definite con una espressione dura - e forse ingenerosa - ma calzante la poetessa aquilana Anna Ventura che è fra coloro che sono ancora in un albergo della costa.
 Le domande a cui il presidente della Regione Gianni Chiodi e il suo vice commissario Massimo Cialente (sindaco dell’Aquila) dovrebbero rispondere sono almeno cinque.
 La prima è la più semplice: quando verrà resa nota l’ordinanza che detterà le linee della ricostruzione? Questa ordinanza sembra uno di quei misteri tutti italiani: ci sarà, non ci sarà. Non si sa.
 La seconda: io terremotato che vorrei rifarmi la casa nel più breve tempo possibile che prospettive - in anni - ho: un anno, due anni, dieci anni, venti anni? Buio pesto anche su questo.
 Terza domanda: la mega struttura che si sta occupando delle linee guida a che punto è del suo lavoro e soprattutto chi ci sta lavorando?
 Quarta domanda: la ricostruzione delle prime case, si è sempre detto, verrà finanziata per l’intero importo. Se è così quanti soldi ci vorranno, e soprattutto dove verranno presi? Per le seconde case che idee ci sono: verranno lasciate al loro destino o si prevedono contributi anche per la loro ricostruzione?
 Quinta domanda: i consorzi che sono stati costituiti o verranno costituiti, alla fine saranno solo un bel gioco di società o avranno una funzione vera?
 Già leggo nel pensiero dei commissari: ma questo qui dove vive, noi lavoriamo giorno e notte per ricostruire presto e bene e ci si pongono domande al limite della banalità.
 Bene, basta dare risposte altrettanto banali ma che forse la gente si aspetta.
 Per adesso ci dobbiamo accontentare dell’osservatorio su una ricostruzione che non c’è e «la cui gestione sarà affidata a 5 esperti scelti dal consiglio regionale».

 

Ps: questa sera il presidente della Regione Gianni Chiodi mi ha fatto sapere che entro 24 ore darà le risposte alle domande di cui sopra. Naturalmente saranno sia sul Centro che poi sul blog.