Onna: ci ha lasciato anche Giusino

27 Gennaio 2010

Sono appena tornato dalla cerimonia funebre per l'ultimo saluto a Giosaffatte Di Vincenzo. Aveva 90 anni. Era il mio vicino di casa. La notte del sei aprile si era salvato dalla devastazione  della sua abitazione. Lo avevo visto,  alle 5 di mattina, io già con la morte nel cuore, seduto su una panchina, avvolto in una coperta, il volto spaurito e gli occhi persi nel vuoto. Giusino (così lo chiamavamo noi onnesi) aveva una storia lunga e avventurosa. Aveva combattuto nella seconda guerra mondiale, era emigrato per trovare una occupazione, poi era tornato all'Aquila dove aveva lavorato per tanti anni alla Marconi, poi Siemens e infine Italtel . Aveva sposato Lidia (che ci aveva lasciato pochi mesi prima del terremoto) , aveva avuto quattro figlie e poi tanti nipoti e pronipoti. Una nipote oggi lo ha salutato e ringraziato "per quello che ci hai saputo insegnare nella vita". Giusino per me era una presenza quotidiana. Lo vedevo e salutavo ogni volta che tornavo a casa e mi fermavo per attendere l'apertura del cancello. La sua è stata una vita esemplare: casa e famiglia, mai un gesto sopra le righe, mai discussioni a voce alta. Il suo lavoro,  da pensionato, era quello di fare piccoli lavori per gli amici e i vicini di casa, e poi la cura dell'orto . Oggi se ne è andato anche lui. Durante il funerale ho pensato che se fosse vissuto ancora qualche anno, nonostante l'età sarebbe stato in prima linea a ricostruire la sua casa e il suo paese. E'  per questo che noi, un po' più giovani, non dobbiamo mollare. Dobbiamo far rinascere L'Aquila e Onna anche per lui.