Ricostruzione opaca

Non sappiamo a che cosa approderà l’inchiesta della Procura sugli appalti per la ricostruzione delle chiese dell’Aquila relativi al periodo commissariale (fino a quasi tutto il 2012). Per ora appare evidente che in tutta la vicenda la Curia aquilana è tutt’altro che estranea. E’ probabile che nelle prossime settimane attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali emergerà un quadro che, al di là delle responsabilità penali di ognuno degli indagati, non mostrerà certo la faccia migliore dell’Aquila. Sarà un colpo duro alla credibilità della città (già scossa dai rapporti poco chiari fra imprese e politica emersi nell’ambito di una inchiesta oggi archiviata)  e alla sua capacità di farsi “timone” della rinascita. Fra qualche tempo sapremo pure come e in che modo la criminalità organizzata ha tentato di infiltrarsi negli affari della ricostruzione. Probabile che gli storici  un giorno ci diranno che nemmeno la mafia ce l’ha fatta a insediarsi in città così come avrebbe voluto. Forse perché  sta trovando molti posti già occupati da una “fangosa” mafia auto prodotta.