PESCARA

Riserva Dannunziana, associazioni danno lo stop al Comune

Italia Nostra e Gruppo unitario foreste (Gufi) esprimono forti preoccupazioni sulla nuova recinzione: ecco i motivi

PESCARA. "Facciamo un estremo appello perché il Comune riconduca gli interventi dentro un quadro unitario e condiviso, con una specifica Direzione scientifica prevista e con l’obiettivo primario di ricreare le condizioni ambientali favorevoli agli equilibri dentro la Riserva. Non mancherebbe il contributo di idee , proposte, competenze delle nostre associazioni e dei nostri esperti". Conclude così la nota condivisa dalla sezione L.Gorgoni di Italia Nostra e dal Gruppo Unitario per le Foreste Italiane (Gufi) dopo aver appreso dei nuovi interventi che l'amministrazione si appresta a realizzare nella Riserva Dannunziana.

"Attraverso le dichiarazioni del presidente della commissione comunale “Mobilità e Sicurezza”, Armando Foschi, apprendiamo che stanno per iniziare i lavori  per la nuova recinzione del comparto 5 (quello distrutto dall’incendio del primo agosto 2023, n.d.r.) da realizzare con i fondi ricevuti come premio dell’assicurazione sull’incendio", precisano le Associazioni riassumendo: "Foschi ha comunicato inoltre che “il R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento, ancora a noi ignoto), ha autorizzato l’intervento” e che sono previsti anche una “struttura didattica” e, in seguito, una struttura per anziani". Si tratta di edifici", rimarcano Italia Nostra e i Gufi, " che, ovviamente, dovrebbero essere valutati nel loro impatto sull’habitat della Riserva all’interno del Piano di assetto naturalistico opportunamente rivisto alla luce dei danni post-incendio; invece vengono realizzati col solito progettino estemporaneo, come  fossimo in uno slargo qualsiasi.

Le associazioni esprimono "viva preoccupazione" per gli interventi annunciati. Perché? "Possono risultare estremamente nocivi ed esiziali per la Pineta; su di essa si continua ad intervenire trattandola  ostinatamente come un banale giardino pubblico  e non come Riserva Naturale. Il Comune non vuole in nessun modo istituire la direzione scientifica  prevista dalla legge, smantella anche la commissione consultiva  composta dopo l’emergenza, ma non smette di intervenire  in assenza di criteri di sostenibilità".

"Non conosciamo il progetto; al Comune vige la regola di non comunicare quello che intende fare (altro che la partecipazione, opportuna e necessaria): esso ama sbagliare in solitudine e procurare danni sul capitale naturalistico e sociale della Città. Non informazioni ci aspettiamo dunque ma i commenti surreali e le accuse dell’Assessore (in) competente visto che non abbiamo altri mezzi per farlo, teniamo a ricordare attraverso gli Organi d’Informazione,  che:

-       una delle criticità  più importanti che affligge la Pineta, nota da decenni, è la presenza di muri di recinzione costruiti con  fondamenta che impediscono il normale deflusso sotterraneo delle acque di pioggia.  La falda idrica in Pineta è localmente assai superficiale e quando piove i muretti e recinti esistenti provocano ristagno, procurano allagamenti persistenti e trasformano i lotti della Pineta in piscine. Il Pino d’Aleppo, specie autoctona che teme l’umidità eccessiva, in quelle condizioni si ammala a causa delle radici  che ristagnano nel terreno sabbioso divenuto molle e gli alberi senza più ancoraggio cadono a terra copiosamente anche in  assenza di vento.  La Pineta per questo motivo continua a perdere i pini e a vedere insediata vegetazione di tipo palustre o fluviale oltre a vegetazione infestante e invasiva come robinie, canneti, rovi.

Le recinzioni  nuove devono essere progettate in modo da essere permeabili nel sottosuolo e consentire il libero deflusso delle acque meteoriche!     È stato previsto questo accorgimento fondamentale che noi ed altri  esperti chiediamo da qualche decennio?   Inoltre, è prevista una permeabilità anche ecologica dal momento che frammentazione e isolamento dell’ecosistema portano, come la scienza avverte, al degrado e al  collasso?

L’obiettivo di assicurare permeabilità non deve riguardare soltanto la “nuova recinzione” annunciata da Foschi, ma anche tutte quelle perimetrali esistenti che vanno adeguate per favorire le migliori condizioni della ripresa, Naturalmente i recinti interni tra i vari comparti devono essere eliminati, accelerando il riaccorpamento della Pineta la cui de-frammentazione è una delle principali condizioni se si vuole che essa possa esistere per i cittadini futuri di Pescara.
 Facciamo un estremo appello perché il Comune riconduca gli interventi dentro un quadro unitario e condiviso, con una specifica Direzione scientifica prevista  e con l’obiettivo primario di ricreare le condizioni ambientali favorevoli agli equilibri dentro la Riserva. Non mancherebbe il contributo di idee , proposte, competenze delle nostre associazioni e dei nostri esperti". Conclude la nota: