Abusi edilizi e droghe: un anno di sequestri

Oltre 250 gli appartamenti bloccati nei cantieri per violazione delle norme Più di 150 gli arrestati per spaccio. Prete: «La criminalità viene da fuori»

VASTO. Il 2013 per la Procura di Vasto è stato l’anno della lotta agli abusi edilizi: 254 gli appartamenti sottoposti a sequestro preventivo. Ma non solo. L’anno si è aperto con l’identificazione dell’assassino di Michela Strever e si è chiuso con la cattura del sesto presunto autore materiale dell’assalto armato al furgone portavalori della società Aquila di Ortona sull’A14. Fra l’una e l’altra inchiesta, decine di operazioni antidroga, sequestri e confische, l’identificazione di una ventina di rapinatori e la stesura del piano “Vasto sicura” approvato ad ottobre negli uffici della questura. Il procuratore capo Francesco Prete dal 9 dicembre è andato via, ma sia il sostituto procuratore Giancarlo Ciani e sia la collega Enrica Medori sono decisi a portare avanti con impegno e determinazione le inchieste ereditate.

Il 2013 è stato segnato da una lunga serie di incendi, ma anche furti, scippi e rapine. Le indagini della Procura hanno permesso di collocare molti reati nel contesto della tossicodipendenza. La lotta al traffico di stupefacenti è stato l’impegno maggiore. I soli carabinieri hanno sequestrato 31,560 chili di droga. Più di 150 le persone arrestate, quasi ottocento quelle denunciate. Nel corso del bilancio fatto prima di lasciare Vasto, il procuratore Prete ha ricordato quanto già rimarcato ad inizio anno: «La criminalità più pericolosa viene da fuori e si appoggia alla manovalanza locale». Un’affermazione dimostrata con il sesto arresto per la rapina sull’A14 eseguito a Cerignola. Le indagini dirette dai pm Medori e Ciani hanno varcato i confini regionali concentrandosi nel Foggiano.

Al fianco dei magistrati nei dodici mesi che stanno per finire hanno lavorato altre 19 persone che compongono la struttura amministrativa. Il volano dell’attività si è rivelato l’informatizzazione che ha risposto perfettamente al piano di accelerazione della giustizia. Buona la risposta della magistratura al fenomeno della microcriminalità. A tal proposito il 2013 si è aperto e chiuso per la Procura con la richiesta della videosorveglianza. «Il fenomeno della microcriminalità appare difficilmente aggredibile per una serie di motivi, compresa l’insufficiente opera di prevenzione con sistemi di sicurezza e videosorveglianza», dichiarò Prete.

Paola Calvano

©RIPRODUZIONE RISERVATA