Arrestati i tre della rapina 50 colpi contro i carabinieri

Braccati nella notte i banditi del conflitto a fuoco in fuga su auto e furgone I militari: «Si erano divisi per far perdere le tracce. Uno soccorso dai parenti»

RAPINO. Manette ai polsi e fuga finita per lo sfinimento, mentre la morsa di cinquanta carabinieri si stringeva intorno a loro. Sono stati catturati tra le 23 di lunedì e l’alba di ieri i tre rapinatori che avevano prima tentato di appropriarsi dei 30mila euro appena consegnati all’ufficio postale di Rapino, per poi darsi alla fuga inscenando diversi conflitti a fuoco nel corso di un inseguimento andato avanti fino alle “Quattro strade” di Cerrone, a Casacanditella, dove un colpo ha centrato l’auto dei carabinieri all’inseguimento ferendo in modo lieve il carabiniere Francesco Russo della caserma rapinese.

Tutti di Cerignola nel Foggiano, i tre sono il 46enne Matteo Mastropietro, con precedenti per furto e ricettazione e i 33enni Giuseppe Da Bellonio e Giuseppe Saracino, già conosciuti per rapina.

Si erano divisi per far perdere le loro tracce nella boscaglia dopo aver abbandonato il camion Iveco, il secondo mezzo che avevano preparato a Sant’Eufemia di Fara Filiorum Petri, la zona industriale, pronto a entrare in scena in luogo della Lancia Lybra che risulta rubata a Grottammare di Ascoli Piceno, l’auto usata per la rapina che i carabinieri di Rapino avevano incrociato già a poche centinaia di metri, e dalla quale erano partiti i primi proiettili contro i militari.

Tutti i dettagli sulla cattura della banda di pugliesi sono stati illustrati ieri mattina al comando provinciale dei carabinieri in via Arniense.

C’erano il comandante provinciale Salvatore Ronzo, il comandante della compagnia, capitano Livio Lupieri, il maggiore Vincenzo Maresca a capo del Nucleo operativo radiomobile e il capitano Emanuele Mazzotta, comandante del Nucleo investigativo.

Mastropietro è stato il primo a cadere nella fitta rete tesa nella notte dai carabinieri. È stato arrestato mentre camminava ai margini della provinciale Val di Foro, nel territorio di Vacri.

Alle 3 di ieri è stata la volta di Da Bellonio, individuato mentre tentava di ripararsi nei boschi non distante dal fiume, a qualche chilometro dal punto di inizio della fuga. Aveva con sè poco meno di mille euro, di cui 500 gli inquirenti ritengono fossero il provento della rapina all’ufficio postale rapinese. Più complessa l’intercettazione di Saracino, che alle 5 era a bordo di un’auto a Francavilla. Viaggiava con due parenti che, secondo la ricostruzione, dei fatti erano venuti da Cerignola a prelevarlo. Si era cambiato d’abito e stava mangiando con indosso una coperta di lana per smaltire il freddo accumulato nelle ore in cui si era dato alla macchia. Per i suoi familiari è scattata la denuncia a piede libero per favoreggiamento.

Il triplice arresto è venuto al termine di una giornata dominata da fatti drammatici. «Riteniamo ragionevolmente», ha riferito Ronzo, «che nel corso delle diverse sparatorie intercorse con i nostri uomini, da Rapino fino a Cerrone, i banditi abbiano esploso almeno una cinquantina di colpi di fucile». Maresca e Lupieri hanno descritto la strategia messa in atto dall’Arma, cui lunedì si era aggiunta nelle ricerche dei fuggitivi la polizia con un elicottero che ha sorvolato la zona delle fuga fino al limite dell’autonomia. «Calate le tenebre», ha detto Lupieri, «ci siamo riorganizzati per la notte dislocando agli accessi stradali diverse auto con militari in borghese».

Nella notte erano schierate 25 pattuglie che hanno cinto d’assedio il perimetro attorno ai luoghi in cui i banditi si erano nascosti. «Sapevamo, visti gli sviluppi nelle ore precedenti», ha spiegato Mazzotta, «di trovarci di fronte a uomini disposti a tutto pur di evitare l’arresto. Per questo, abbiamo optato per una tattica di attesa, senza inoltrarci in posti nei quali era probabile un agguato con le armi».

Una linea che ha funzionato anche grazie alle condizioni meteo sulla zona, dove il freddo e la pioggia hanno inciso sul morale dei fuggitivi.

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