Atessa, battaglia contro l'ecomostro

Scompare un pezzo della piazza centrale. Esposto di Italia Nostra alla magistratura

ATESSA. «Salviamo la piazza dall'ecomostro. Se passa questo scempio, saranno a rischio i centri storici di tutto l'Abruzzo». L'allarme è lanciato dal presidente regionale di Italia Nostra Giancarlo Pelagatti. L'ecomostro è il progetto che muterà per sempre il profilo del centro di Atessa.

L'opera, secondo Italia Nostra, è un caso di edificazione privata su suolo pubblico, con l'aggravante della bruttezza, e della sconvenienza finanziaria. L'«ecomostro» nascerà da un imponente sbancamento che sta già coinvolgendo in parte la Villa Comunale, l'ex Cinema Italia (vincolato, ma ormai abbattuto), e piazza Garibaldi, scavata per ricavarne un parcheggio sotterraneo a due piani. Secondo una stima di Italia Nostra, l'affare, oltre a essere ambientalmente dannoso, è anche in perdita per le casse pubbliche. La storia del progetto viene raccontata dall'associazione in un dettagliato e documentato esposto inviato il 1º dicembre alla procura di Lanciano e alla procura presso la Corte d'appello dell'Aquila (un precedente esposto era stato inviato alla procura di Lanciano dal capogruppo di Rifondazione in consiglio regionale Maurizio Acerbo). Sulla vicenda il Pd di Atessa ha redatto anche un libro bianco ripreso nel marzo scorso in un'interrogazione del senatore del Pd Roberto Della Seta, ex presidente nazionale di Legambiente. Una segnalazione è stata inviata anche al ministero per i Beni culturali mentre un incontro è stato chiesto da Italia Nostra e dal Pd di Atessa con la direzione dei Beni culturali dell'Aquila e dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.

LA VICENDA
L'idea di mettere mano a quel lato del paese nasce nel 2004 con il progetto di recupero urbano "Contratti di quartiere II", un investimento di 11 milioni: il progetto comprende il recupero e la ristrutturazione del cinema Italia e la realizzazione di strutture e fabbricati in Discesa Casette. Il progetto però si arena perché la regione mette un vincolo di inedificabilità a Discesa casette, frutto di un errore materiale che il Comune subito fa notare. Nel frattempo ad Atessa si vota e il Comune cambia amministrazione e colore: dal centrosinistra si passa a una giunta di centrodestra guidata dall'Udc Nicola Cicchitti.

La nuova amministrazione si avvale del vincolo di inedificabilità per modificare il progetto. Il nuovo contratto di quartiere comincia ad ampliare i propri obiettivi: prevede un parcheggio interrato di 150 posti in piazza Garibaldi, il miglioramento dell'accesso pedonale alla villa comunale, la realizzazione di edilizia residenziale e commerciale in via della Rimembranza, la ristrutturazione del cinema Italia. Il piano di recupero viene affidato dalla giunta comunale all'architetto Pierluigi Properzi. Due settimane dopo il Comune è già in grado di adottare la variante. Il progetto prevede la vendita degli immobili pubblici, opportunamente sdemanializzati, interessati ai lavori: l'ex villa comunale e l'ex cinema Italia, più il diritto di superficie di piazza Garibaldi. Sulla base del progetto il Comune si impegna ad acquistare dal privato uno dei due piani del parcheggio interrato, una sala polifunzionale, il porticato lungo via della Rimembranza. L'intervento progettato è ancora più ampio e invasivo rispetto al nuovo contratto di quartiere: prevede la realizzazione del parcheggio interrato in piazza Garibaldi, la demolizione dell'ex cinema Italia con costruzione al suo posto di un edificio di quattro piani completo di sala poluifunzionale, ristorante, parcheggio interrato. Complessivamente una cubatura doppia rispetto al preesistente cinema.

Nel frattempo la Regione ha rimosso il vincolo di inedificabilità da Discesa Casette e, opportunamente, l'ufficio tecnico del Comune fa presente all'amministrazione che c'è la possibilità di riprendere il vecchio contratto di quartiere. Ma la giunta decide di andare avanti sulla nuova strada.

Al bando di vendita-acquisto rispondono due ditte: Tasso e Candeloro di Atessa, e De Francesco Costruzioni di Castelpetroso in provincia di Isernia che si aggiudicherà l'appalto. L'offerta prevede che il Comune versi alla De Francesco costruzioni 2 milioni e mezzo quale differenza di valore tra le opere cedute dal Comune e quelle cedute dal privato. Italia Nostra sottolinea dell'esposto che si tratta di «una somma definita unilateralmente dal concorrente», dato che il Comune non ha fatto valutare i beni. «La vendita di immobili», commenta l'associazione, «si risolveva così, sostanzialmente, in una cessione gratuita di beni da parte del Comune e in un acquisto di beni immobili, sempre da parte del Comune, sulla base del prezzo stabilito a suo piacimento da un privato».

CHI CI GUADAGNA?
Secondo Italia Nostra in quest'affare il Comune viene a perdere circa 8 milioni: 5-6 milioni per la cessione gratuita dei beni e 2,5 milioni per l'acquisto di quanto previsto dal bando. L'associazione rileva inoltre che il Comune avrebbe avuto diritto a ricevere gratuitamente dalla ditta una superficie destinata a parcheggi pubblici pari a 3mila metri quadri. In questo caso però è il Comune ad acquistare parcheggi dal privato, ossia, commenta Italia Nostra «il Comune sta acquistando un bene suo di diritto, garantendo al privato un guadagno indebito di 1,5 milioni». Altro rilievo mosso da Italia Nostra riguarda la cessione del suolo di piazza Garibaldi. Nel capitolato cui rimanda il bando, si parla di una cessione al privato della durata di 29 anni, nel contratto stipulato dal Comune con la De Francesco, la cessione diventa «perpetua», tanto che, nota Italia Nostra, la ditta sta vendendo già i box al di sotto di piazza Garibaldi. Secondo Pelagatti dietro questa vicenda c'è il virus della «politica del fare». Ma c'è anche una tardiva rincorsa a una modernità che invece ha preso altre strade, tra cui quella della tutela del paesaggio e dei centri storici.

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