Lanciano

Morte di Andrea Prospero, il papà: «Chi c’è dietro questa storia? Non sono stati individuati tutti i responsabili»

31 Luglio 2025

Lanciano, Michele Prospero parla ai microfoni della Tgr Abruzzo all’indomani della notizia del giudizio immediato per il diciottenne romano che chattava con Andrea e che è accusato di istigazione ai suicidio 

LANCIANO. Il papà di Andrea Prospero non si rassegna e torna alla carica con un appello in tv per conoscere la verità fino in fondo. All’indomani della notizia del giudizio immediato per il ragazzo romano ritenuto responsabile dell’istigazione al suicidio in relazione alla morte di Andrea,  papà Michele torna a parlare e lo fa ai microfoni della Tgr Rai Abruzzo. "Giudizio immeditato? Ho i miei dubbi, ci sono altre cose in giro, altre cose che non sono chiare, non so che tipo di indagini siano state portate avanti. Dobbiamo valutare bene qual è la motivazione, qual è il giro che c’è dietro, chi veramente è dietro questa storia, ci sono atre persone, altri responsabili. Abbiamo solo la notizia che Volpe abbia fatto l’istigazione al suicidio, però altri utenti che si sono collegati, altre persone che ci stanno dietro, il discorso delle sim, il discorso dei telefoni, non sappiamo ancora la verità”.

Come detto, sarà processato con rito immediato il diciottenne romano Emiliano Volpe ritenuto responsabile del reato di istigazione o aiuto al suicidio in relazione al decesso di Andrea Prospero, 19 anni, studente universitario di Lanciano. Il giovane, al primo anno di informatica all'Università di Perugia, è morto suicida nel capoluogo umbro nel gennaio 2025 nella camera di un B&B nel centro storico, presa in affitto nonostante alloggiasse in un ostello.

Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia, che ha emesso il decreto di giudizio immediato. Il dibattimento comincerà dinanzi il tribunale del capoluogo umbro il prossimo 8 ottobre. Il diciottenne era stato destinatario, il 17 marzo scorso, di una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip di Perugia. Nei mesi trascorsi sono state completate, da parte della polizia postale e della squadra mobile, le analisi dei dispositivi sottoposti a sequestro e delle chat intercorse tra la vittima e l'imputato e si è ritenuto, quindi, che il quadro probatorio complessivamente acquisito - spiega la procura di Perugia - giustificasse la richiesta di giudizio immediato nei confronti dell'imputato, ancora in stato di custodia cautelare domiciliare. Il diciottenne non ha mai incontrato di persona Prospero, che lo aveva conosciuto sul web solo con il suo nickname. Al suo "amico virtuale" - ritengono gli inquirenti - aveva chiesto consigli in merito alla scelta del mezzo più idoneo e più indolore per il suicidio e sarebbe stato dallo stesso incitato e incoraggiato a farlo mediante l'ingestione di farmaci che Prospero era riuscito ad acquistare. Nella camera - sul cui affitto i familiari erano stati tenuti all'oscuro - sono state trovate 46 sim card, oltre a cinque telefoni cellulari e un computer portatile. La loro analisi ha fatto emergere una "vastissima serie di contatti" dello studente e altre comunicazioni avute nella chat e nei canali che utilizzava. Proprio da questa fitta rete di contatti informatici che coinvolgevano Prospero sono emersi il giovane romano attualmente ai domiciliari per averlo "aiutato" nel suicidio e un loro coetaneo campano indagato per cessione di stupefacenti in relazione al farmaco che avrebbe fornito allo studente. Nella camera sono stati trovati diversi blister, alcuni dei quali vuoti, dei farmaci oppiacei con cui Andrea si è ucciso.