Atessa, Honda investe sette milioni sull’indotto

La produzione di due nuovi modelli di moto che usciranno sul mercato nel 2015 rilancia le aziende della Val di Sangro

ATESSA. Sette milioni di euro di investimenti sulle aziende del territorio per la produzione di due nuovi modelli esclusivi per lo stabilimento di Atessa e che usciranno sul mercato nel 2015. La Honda crede ancora nella Val di Sangro e nello stabilimento di contrada Saletti, l’unico d'Europa della casa motoristica giapponese. La conferma che la fiducia del colosso giapponese con l’Abruzzo e la Val di Sangro non si è spezzata è arrivata ieri mattina, al termine dell’incontro tra l’azienda e le segreterie di Fim, Fiom e Uilm dove si è discusso esclusivamente di indotto, un settore che sconta negli ultimi anni un vero e proprio tracollo.

Dopo aver annunciato, nelle scorse settimane, il rientro di 95 stagionali per qualche mese per lavorare a un nuovo modello di scooter, la Honda ha ribadito la sua fiducia nel territorio decidendo tuttavia, per un vero e proprio cambio di passo: bando alle strategie industriali del passato dove si prediligeva un pugno di industrie “fidelizzate” invece che altre, e via ad una nuova competitività anche locale. Il colosso giapponese da ora in avanti deciderà in base a delle prerogative ben precise: qualità, diversificazione dei prodotti, affidabilità. Se si dovrà arginare la delocalizzazione e la concorrenza agguerrita dei paesi asiatici c’è bisogno che le aziende del territorio si facciano trovare pronte. E si amplia così la fetta delle fabbriche della fornitura locale che passa dal 23 al 25%. L’indotto Honda, che contava circa 23 aziende della sub fornitura, passa oggi a 26 piccole e medie imprese. Una sfida che sarà ampliata grazie all’immissione di due nuovi modelli di scooter esclusivi per Atessa e ad una sinergia anche con altre case produttrici di moto che potranno servirsi in Val di Sangro per la componentistica.

«Considero positivo l’incontro con l’azienda», dice Davide Labbrozzi, segretario provinciale Fiom, «perché la Honda ha confermato in maniera marcata la disponibilità e la volontà politica e industriale a rimanere sul territorio. Continueremo a lavorare per rafforzare e salvaguardare l’indotto locale». «In 4 anni la perdita di oltre 700 posti di lavoro nell’indotto è stata una stangata per tante famiglie e per l’economia della provincia», considera Nicola Manzi, segretario provinciale Uilm, «per frenare questa emorragia di posti di lavoro abbiamo chiesto e ottenuto l’impegno della casa madre giapponese ad assicurare ai lavoratori dell’indotto una priorità occupazionale nelle aziende che acquisiranno le nuove commesse. Chi ha lavorato nell'indotto Honda ha la possibilità di continuare a farlo. La speranza resta nella ripresa del mercato delle due ruote».

Daria De Laurentiis

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