Atessa, operaio Sevel sviene, i colleghi si fermano

Scatta lo sciopero dopo l’infortunio alla catena di montaggio. L’azienda replica: soccorsi tempestivi

ATESSA. Operaio Sevel sviene sul posto di lavoro dopo un infortunio, ma le linee produttive non si fermano. A riportare l’accaduto è la Fiom Cgil che ieri ha indetto uno sciopero, dalle 7,45 alle 8,45, nello stabilimento del Ducato per denunciare la questione sicurezza e contestare, ancora una volta, «una filosofia che continua a non rispettare coloro che quotidianamente permettono all’azionista di intascare una ricchezza smisurata» e il «metodo Sevel che surclassa l’uomo a vantaggio della produzione».

L’adesione sarebbe stata importante. Quasi tutti i dipendenti dell’Ute (unità tecnologica elementare) coinvolta, una ventina, ha incrociato le braccia in solidarietà con il lavoratore infortunato e in opposizione al fatto che la linea non sarebbe stata bloccata. Secondo quanto riportato dalla Fiom il dipendente avrebbe battuto violentemente la testa su un braccio meccanico della linea di montaggio e, per il forte dolore, è svenuto. «Ad accorgersi di quanto era successo», riferisce in una nota il segretario provinciale della Fiom Davide Labbrozzi, «sono stati i colleghi che hanno dato immediatamente l’allarme. Ancor prima che i soccorsi arrivassero, il responsabile Ute ha chiesto ai lavoratori presenti di ignorare l’accaduto, di far finta di non vedere il corpo a terra e di riprendere il lavoro».

«Un atto inaccettabile», rimarca la Fiom, «che contestiamo duramente. L’adesione allo sciopero è la prova che sono tutti d’accordo sulla protesta che mira a ridare un senso al lavoro in Sevel: l’individuo viene prima della produzione. Come Fiom torniamo a chiedere un confronto che mai come oggi è necessario per ristabilire il giusto valore della qualità della vita in Sevel».

«I soccorsi sono scattati immediatamente seguendo le procedure d’intervento interne», replica invece l’azienda interpellata sull’accaduto, «e questo aspetto è stato fondamentale per aiutare il dipendente a riprendersi». Lo stabilimento di contrada Saletti anche quest’anno si trova di fronte ad una forte richiesta di mercato, complice l’apprezzato restyling del Ducato che coinvolge oltre l’80% del veicolo e che ha impegnato la Fca (Fiat-Chrysler) per 700 milioni di euro di investimento annunciati nel 2013 dallo stesso ad Sergio Marchionne. Come accaduto lo scorso anno, per far fronte alle commesse crescenti che per la fine del 2017 dovrebbero superare i 290mila furgoni, la direzione aziendale ha pianificato un diverso calendario di ferie estive che prevede, così come era stato sperimentato l’estate scorsa, la chiusura collettiva della fabbrica per una sola settimana ad agosto. Il resto delle due settimane di ferie sarà da scegliere in modo scaglionato da maggio a dicembre.

Ma i ritmi e la crescente saturazione dei lavoratori restano al centro dell’attenzione dei lavoratori e dei sindacati. Nelle scorse settimane era divampata la polemica a seguito di un episodio che ha riguardato, ancora una volta, un dipendente del reparto montaggio. L’operaio aveva chiesto più volte di potersi recare in bagno, ma all’ennesimo rifiuto da parte del team leader, si era visto costretto ad urinarsi addosso. Anche in quell’occasione a sollevare il caso, poi diventato nazionale, era stata la Fiom che aveva indetto uno sciopero, seguita dall’Usb Chieti.

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