ATESSA

Attacco informatico, la Honda resta chiusa 

La minaccia via web manda in blocco tutti i computer: perdita di almeno 500 scooter

ATESSA. Lo stabilimento Honda di Atessa ha sospeso le attività lavorative ieri e oggi a causa di un probabile attacco informatico che ha coinvolto il sistema operativo della multinazionale giapponese. A partire dalle 2 del mattino di ieri tutti gli stabilimenti Honda del mondo hanno dovuto fare i conti, a catena, con il blocco di tutti i computer e dei sistemi informatici.

L'allarme è partito dal Giappone per poi essere rimandato nel Regno Unito e infine in Italia, nell'unico stabilimento europeo del colosso nipponico dei motori. Già dal primo turno di ieri ci si è accorti ad Atessa dell'impossibilità di accedere ai computer che sono andati in blocco di protezione a seguito della minaccia informatica. Il sistema informatico di Honda è molto complesso e collega tra di loro tutti gli stabilimenti del globo. In ogni momento è possibile verificare cosa e come si sta producendo in una fabbrica Honda, da Atessa, fino in Giappone.

La direzione aziendale dello stabilimento abruzzese ha quindi deciso ieri di sospendere immediatamente il mini turno e le attività di tutti i dipendenti indiretti non strettamente legati alla produzione. Attività ferme, eccetto che per i manutentori e alcuni dipendenti del reparto verniciatura, anche oggi. Fino a nuova comunicazione la direzione Honda ha fatto sapere ai dipendenti di non accedere in alcun modo ai sistemi informatici aziendali. Il recupero delle attività sarà previsto alla prima giornata utile a partire da sabato 13 giugno. Nonostante lo stabilimento di Atessa abbia continuato a lavorare, dove possibile, con le attività manuali, si calcola una perdita di circa 500 scooter che dovrà essere recuperata a stretto giro visto che l’azienda si trova a far fronte a molte richieste di mercato.

Intanto venerdì scorso si è tenuta la riunione richiesta dalla Fim Cisl in call conference con la Regione Molise per discutere del problema dei pendolari. La Fim ha stigmatizzato al presidente della Regione Molise, Donato Toma, il comportamento dell'azienda Atm per i gravi disagi che stanno patendo i pendolari molisani che raggiungono la Val di Sangro per lavorare in Sevel e altre fabbriche del tessuto metalmeccanico. «Alle numerose mancanze già note», hanno riferito i rappresentanti di Fim, «nell'ultimo periodo se ne sono aggiunte altre: il mancato rispetto delle misure anti covid sulle distanze; le precarie condizioni degli autobus; l’igienizzazione e sanificazione dei mezzi; il problema del trasporto nelle aziende dell'indotto. A conclusione dell’incontro abbiamo informato Toma che il secondo autobus “farlocco” da Montenero per la Sevel, non è mai partito, lasciando sistematicamente i lavoratori a terra. Abbiamo quindi chiesto di verificare se l’Atm ha fatto richiesta per rimborsi aggiuntivi per viaggi mai effettuati».