Attentato contro l’agenzia dei defunti

Boato nella notte in via Ciccarone per una bomba carta. Danni all’impresa Concordia, vetri rotti a un fiorista e a un’auto

VASTO. »Non hanno fatto male solo a me. Hanno terrorizzato le mie figlie. È stato terribile». A distanza di ore dall’esplosione che ha mandato in frantumi la vetrata della agenzia di onoranze funebri “La Concordia” in via Ciccarone, il titolare, Giosuè Di Donato, è ancora sotto shock. L’uomo e la sua famiglia sono stati svegliati ieri notte, qualche minuto prima delle 0,30, da un violento boato seguito dal rumore dei vetri infranti. Un risveglio traumatico. Davanti all’ingresso della Concordia qualcuno ha sistemato un ordigno. Una bomba carta. «Da 16 anni lavoro qui e non ho nemici. Non ho idea di chi possa aver voluto fare questo alla mia famiglia. Forse è stato un mitomane», dichiara il commerciante. Su quanto accaduto indagano i carabinieri.

L’esplosione. Un boato fortissimo. Alle 0,30 della notte e il sonno tranquillo dei residenti di via Ciccarone si è interrotto all’improvviso. Al rumore sordo dell’esplosione è seguito quello dei vetri infranti. Lo spostamento d’aria provocato dallo scoppio di una rudimentale bomba carta ha sventrato una agenzia di onoranze funebri e distrutto una stampante del valore di 12mila euro. L’esplosione ha danneggiato anche il vicino negozio di fiori e il cruscotto di una Passat e ha mandato i frantumi i vetri di alcune finestre della palazzina che è di fronte al locale. In pezzi una pensilina in plexiglass. Le schegge sono schizzate ovunque. La deflagrazione ha fatto scattare decine di impianti d’allarme.

Il terrore. La prima cosa che ha fatto il titolare dell’agenzia è stata tranquillizzare le sue bambine di 10 e 4 anni. Poi il commerciante ha chiamato i carabinieri ed è sceso in strada per cercare di capire cosa fosse successo. Come lui tante famiglie spaventate. «È stato veramente brutto essere svegliati nel cuore della notte in questo modo», confermano alcuni residenti. «La cosa più brutta è stata leggere la paura negli occhi delle mie bambine», ripete sconcertato Giosuè Di Donato. «Sento la testa che mi scoppia», dice il commerciante. Sostiene di non immaginare neppure chi possa aver deciso di fargli così male. È convinto si sia trattato di un mitomane. «Io sono a Vasto da sedici anni. Da sedici anni lavoro qui e vado d’accordo con tutti. In questo quartiere mi vogliono tutti bene e tutti rispettano la mia famiglia», dice. L’uomo è stato ascoltato a lungo dai carabinieri ma non è stato molto utile alle indagini. Nessuno ha visto gli attentatori. La speranza è riposta nelle telecamere di sorveglianza che qualche locale ha acceso in via Ciccarone.

La solidarietà. La città è sempre più spaventata e frastornata. Sono davvero tanti gli attestati di stima ricevuti in queste ore da Di Donato. Fra i tanti c'è anche quello dell’associazione Codici. Sia Domenico Pettinari, responsabile regionale dell’associazione, e sia il referente locale, Riccardo Alinovi, esprimono solidarietà a Di Donato. «Esortiamo i politici di questa città e le associazioni di categoria a riprendere la lotta per ottenere la sicurezza dei loro iscritti», afferma Alinovi. «Stare zitti non aiuta. Vasto potrà tornare a essere tranquilla solo dopo una corretta diagnosi e l’ammissione del crescendo esponenziale di delinquenza», afferma Alinovi.

Paola Calvano

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