Autovelox, in 400 chiedono i risarcimenti

Un esercito di conducenti parti civili nella presunta truffa del misuratore di velocità

VASTO. Si è aperto con la presentazione di circa 400 costituzioni di parti civili il processo sulla presunta truffa dell'autovelox sulla Trignina. Gli imputati, 15 fra amministratori comunali, vigili urbani e tecnici devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, peculato, abuso d'ufficio e violazione dell'articolo 97 della Costituzione. La contestazione da parte dei difensori degli indagati della presentazione delle numerose costituzioni di parte civile da parte deglii automobilisti multati, ha spinto il tribunale a rinviare l'udienza al 15 febbraio.

«Non abbiamo fretta. Sono sei anni che portiamo avanti questa battaglia, aspettiamo il giorno della giustizia», ha commentato il presidente del Comitato antiautovelox, Antonio Turdò. «Aver impedito al Comitato di costituirsi parte civile non ha scoraggiato gli automobilisti multati. Ben 272 sono i nostri che chiedono di essere risarciti ma si arriva a circa 400», rimarca Turdò. Solo il Comitato ha raccolto e contestato 322 verbali (in realtà le multe furono di diverse migliaia), per un circa 87 mila euro di importi pagati: 27 mila euro al Comune di San Giovanni Lipioni, 23 mila a Fresagrandinaria, 14 mila a Cupello, 15 mila a Lentella e 8 mila a Dogliola.

Il record delle multe lo ha conquistato un pendolare di Trivento, Nicola Fiore: ha collezionato 12 verbali.

Ieri nel tribunale di via Bachelet, accanto a centinaia di ricorrenti un esercito di avvocati. Sette i legali del Comitato: Antonio Ferri di Campobasso, Pasquale Lollino, Michele Ladisernia, Adele Bonifacio e Maria Antonietta Mariani di Isernia, Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni di Vasto. Contro di loro un pool di colleghi decisi a dimostrare l'infondatezza delle accuse: Giovanni Cerella, Domenico Conti, Arnaldo Tascione, Pierpaolo Andreoni, Nicola Artese e Sabatino Besca.

«L'associazione a delinquere presuppone un accordo che non c'è mai stato», hanno insistito in aula i difensori eccependo anche la costituzione di parte civile presentata a distanza di tanto tempo. Il tribunale, presidente Antonio Sabusco, giudici a latere, Fabrizio Pasquale e Giovanni Falcione, d'accordo col pubblico ministero, Giancarlo Ciani, ha deciso di verificare la fondatezza della contestazione e rinviato l'udienza al 15 febbraio.

La vicenda partì 6 anni fa con le indagini dei carabinieri della compagnia di Atessa che quantificarono un business per i Comuni con le multe di due milioni. Gli imputati sono Maurizio Antonini, Giovanni Di Stefano, Nicola Di Santo, Carlo Moro, Nicolino Di Giuseppe, Giuseppe Besca, Antonio Marchesani, Giuseppe Cavallone, Domenico Profeta, Gianfranco Caravaggio, Giosuè Forgione, Michele Di Dia, Pierluca Di Giuseppe, Giovanni Giammichele e Leandro Di Lallo.

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