Benzinai teatini verso lo sciopero «Protesta giusta, non ci tutelano»

Molti gestori dei distributori pronti ad aderire all’iniziativa, le scelte del governo fanno discutere «Non siamo i responsabili dei rincari del carburante, noi penalizzati dalle norme sulla trasparenza»
CHIETI . Inizia questa sera lo sciopero nazionale dei benzinai che andrà avanti per due giorni. Anche a Chieti sono molte le aree di rifornimento che hanno deciso di partecipare alla serrata e protestare «contro un governo scaricabarile», lamenta Giuseppe Costantini, gestore dell’omonimo distributore di carburanti del gruppo Eni. «Non ci va giù che l’opinione pubblica pensi che i responsabili dei rincari siamo noi». La serrata riguarderà anche le pompe di benzina in modalità self-service. Saranno 48 ore di disagi non solo per gli automobilisti, ma anche per i gestori, che vogliono lanciare un grido di protesta contro un decreto-legge a loro dire penalizzante. «In questi giorni non guadagneremo nulla ma c’è da fare una battaglia etica, non economica», prosegue Costantini.
È dello stesso parere Stefano Lepore, che gestisce l’omonimo distributore in via Unità d’Italia a Chieti scalo. «Partecipiamo perché le multe imposte dalle nuova normativa sono troppo alte», spiega, «spero che questo sciopero sia preso con serietà da tutti e che non diventi un modo per aumentare gli incassi giornalieri». E proprio per questo, alcuni gestori mettono ancora in dubbio l’adesione alla serrata, tanto che decideranno se partecipare durante la giornata di oggi e, soprattutto, in base all’adesione degli altri colleghi. «Gli scioperi restano pur sempre un’incognita», è il pensiero di Cristhian Di Cecco della Q8 in via Filippo Masci «quello che fa la massa fanno tutti. Di solito la mattina presto si fa un giro e si vede l’adesione o meno degli altri. Mi orienterò in questo modo». Con lo scopo di essere più trasparenti verso i consumatori, il governo chiede ai gestori degli impianti di esporre una nuova cartellonistica dei prezzi, ponendo accanto a quello della media regionale il prezzo offerto dal distributore. «Questa è una delle conseguenze della liberalizzazione dei prezzi», prosegue Di Cecco, «non siamo noi che speculiamo sui prezzi ma le compagnie petrolifere. I nostri margini di guadagno sono sempre più bassi e non tralasciamo il fatto che noi acquistiamo il carburante con pagamento in anticipo».
Le prossime ore saranno quindi critiche per le aree di servizio e soprattutto per gli automobilisti, molti dei quali si affretteranno a fare rifornimento prima della forma di protesta indetta. «Dietro c’è una grande speculazione ma da questo sciopero non ci sarà nessun esito», commenta Maurizio Salvatore, che rilancia la responsabilità al governo invitandolo «ad abbassare le accise». Ma nonostante i prezzi del carburante altalenanti e in aumento, c’è un costante via vai di clienti tra i distributori. «Purtroppo serve ed è diventato un bisogno primario prendere la macchina», sostiene Luisa Russo, «sicuramente sto più attenta ai prezzi, cerco di guardare i distributori più convenienti». Per alcuni clienti i rincari del carburante sembrano essere una possibile manovra per incentivare l’acquisto di veicoli più sostenibili per l'ambiente. «Tutto ciò ci spingerà a comprare automobili elettriche e ibride», afferma Matteo Grifone mentre fa il pieno in una stazione di servizio.
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