«Berlusconi cadrà come Saddam»

Vasto, Di Pietro attacca il capo del governo e chiede facce nuove nel Pd

VASTO. “L’alternativa di governo”, come dice il tema dell’incontro, ha le sembianze di una squadra di calcio. C’è un vero terzino sinistro, campione del mondo in Spagna: Antonio Cabrini. C’è l’attaccante di sfondamento: Antonio Di Pietro che dal palco mena fendenti di qua e di là. Il “libero”, come annuncia lo slogan sulla libertà, qui non è un ruolo ma una questione di «coraggio». E l’Idv, sostiene il partito, «questo coraggio l’ha dimostrato con i fatti». Nel chiostro di Palazzo D’Avalos, l’Italia dei Valori torna per la quarta volta in quattro anni («questa città ci porta fortuna», dirà più tardi Di Pietro) e si presenta agli elettori con un programma di governo alternativo. Non ci sono gli esponenti di spicco degli altri partiti perché non sono stati invitati. E’ venuto il presidente della Provincia di Campobasso, Nicolino D’Ascanio (centrosinistra). «E’ stata una scelta precisa», spiega il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale del partito, «ci siamo rivolti solo alla società civile».

Si comincia con un minuto di silenzio in ricordo dei militari della Folgore uccisi a Kabul. Annullati i concerti delle serate, è annunciata la messa in cattedrale in suffragio delle vittime, alle 20. Tocca a Mascitelli aprire i lavori. «Il nostro partito c’è e continuerà ad esserci», spiega prima di presentare Carlo Costantini, capogruppo Idv in consiglio regionale che denuncia: «Qualcuno si sta arricchendo grazie agli appalti del terremoto. Manca il controllo, il monitoraggio e l’osservatorio on-line che il ministro Brunetta aveva promesso. Vogliamo sapere tutto sui subappalti». Il passaggio sulla ricostruzione post-sisma introduce sul palco Sergio Bianchi, del Comitato giovani vittime del terremoto. Parla della lettera che il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, gli ha scritto («I morti dell’Aquila potevano non esserci e soprattutto essere molto meno tra i giovani») e che la Procura, proprio per quel passaggio, ha acquisito agli atti, e chiede a Di Pietro: «Ci aiuti a dare un senso alla scomparsa dei nostri figli», strappando un lungo applauso.

Alle 11,06 il palco è tutto per il leader Idv che attacca a testa bassa Silvio Berlusconi, «il peggior presidente del Consiglio di questi 150 anni. Lavoriamo affinché se ne vada per sempre prima della ricorrenza dell’unità d’Italia», mentre a sinistra manda a dire che «va costruita un’alleanza nuova in cui l’Italia dei valori vuole essere coprotagonista, cofondatrice. C’è necessità di superare la vecchia alleanza dell’Ulivo, che aveva messo insieme cani e gatti, persone che stavano insieme più per fare numero che per programma».

Se da corollario fanno il lodo Alfano («state sereni qualunque sia il verdetto della Coste costituzionale: c’è il referendum e decidono gli italiani sulla incostituzionalità di quel provvedimento»), l’unità d’Italia («c’è lo spergiuro per Bossi e i ministri leghisti: hanno giurato fedeltà alla Repubblica e parlano di secessione»), e gli immigrati («basta ai respingimenti senza controllo, in odio brutale, senza verifica del rispetto dei diritti umani, del rispetto del diritto d’asilo, nella situazione di chi è in pericolo di vita»), il presidente del Consiglio è, invece, il bersaglio numero uno dell’intervento. Berlusconi «è un personaggio pericoloso», attacca Di Pietro, «perché presto cadrà col dito alzato, come Saddam Hussein, facendo finta di nulla fino all’ultimo minuto. E l’implosione del premier creerà una situazione pericolosa per la democrazia, anche perché a eliminarlo ci stanno pensando quelli della sua maggioranza, mossi dall’ingordigia di chi vuole spartirsi le spoglie del despota». Non solo: «Berlusconi è al tramonto, ma cadrà nel peggiore dei modi, come è accaduto a Nerone, Catilina, Hitler e Mussolini. Per fortuna degli italiani, non ne ha la stessa forza».

Agli esponenti del Pd, l’ex magistrato di Mani Pulite manda a dire che «non vogliamo che si avvicinino a noi solo per approfittare del nostro momento positivo: cambino prima le facce dei loro personaggi e dei loro caporali. Per difenderci da Berlusconi non possiamo costruire nuovi berlusconini». L’ovazione arriva alle 12,26, in chiusura: «Pensiamo a ricostruire il Paese dal terremoto e dall’involuzione democratica. E’ il desiderio di libertà dell’Italia dei valori».

Oggi c’è la seconda giornata. Dalle 9,30 alle 13,30 si discute di nucleare immigrazione, sicurezza, pace, economia e crisi. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 20 di magistratura, giustizia, sicurezza ed energie rinnovabili.