LANCIANO

Blitz della polizia alla Faist: dipendenti sgomberati, partono i Tir carichi di macchinari / VIDEO

Operazione all'alba, una trentina di agenti arrivati da Chieti per 5 lavoratori che stavano dormendo nelle auto davanti ai cancelli. Annullata la riunione con il prefetto. La condanna dei sindacati. L'assessore Febbo: episodio di una gravità inaudita. La replica del questore

LANCIANO. E' stato un vero e proprio blitz quello effettuato dalla polizia all'alba di oggi, venerdì 7 febbraio, per sgomberare la Faist Sangro (indotto ex Honeywell) dai lavoratori che impedivano da due giorni che l'azienda portasse via le apparecchiature di produzione in vista della chiusura dello stabilimento di Cerratina e quindi dei licenziamenti.

Attorno alle 5 di mattina, una trentina di uomini della questura di Chieti, hanno liberato l'ingresso dalle auto che i dipendenti avevano messo davanti ai cancelli e consentito così che uscissero sei Tir carichi di macchinari che la Faist ha deciso di delocalizzare da Cerratina in un altro stabilimento in Umbria. Non ci sono stati scontri, i dipendenti _ cinque in tutto _ non hanno potuto far altro che assistere (e riprendere con i video) all'operazione di polizia. I mezzi pesanti sono anche stati scortati dalle pattuglie. Il blitz è tra l'altro avvenuto a poche ore dall'incontro che era previsto con il prefetto e che aveva rasserenato gli animi dei lavoratori restituendo loro un po' di fiducia nelle istituzioni.

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Blitz della polizia alla Faist, ai dipendenti non resta che riprenderlo con il telefonino
L'operazione di sgombero a Cerratina di Lanciano in modo che l'azienda potesse portare via i macchinari

"Si tratta di un pericoloso precedente, mi vergogno di essere abruzzese, è stato fatto ricorso alla polizia per consentire la delocalizzazione di una fabbrica contro gli interessi dei lavoratori e dell'Abruzzo", sottolinea Domenico Bologna della Cisl. L'incontro con il prefetto è stato cancellato. «Annulleremo anche la riunione fissata per il 17 febbraio fra azienda e organizzazioni sindacali, bisognerà parlare di altro per vedere che cosa fare, quanto avvenuto non ci piace affatto», ha detto l'assessore regionale alle Attività produttive, Mauro Febbo. Che aggiunge: «Avevamo fatto convocare per le 17 ieri un incontro al quale ha partecipato solo Confindustria, ma non l'azienda cui avevamo chiesto di poterci sedere a un tavolo, magari convocato dal prefetto, anche per motivi di ordine pubblico. Eravamo convinti si potesse negoziare, invece stanotte è accaduto qualcosa che ci dispiace, con l'intervento delle forze dell'ordine che si poteva evitare perché svuotare la fabbrica significa averla chiusa, e questa è una cosa di una gravità inaudita».

Immediata la replica _ tramite Ansa _ del questore di Chieti Ruggiero Borzacchiello: «Noi non abbiamo sgomberato assolutamente niente, la richiesta è arrivata dall'azienda che ci ha rappresentato la situazione dicendo che c'erano dipendenti che impedivano l'accesso dei mezzi: siamo andati lì, abbiamo avuto anche la possibilità di interloquire proprio per capire e cercare di comprendere le ragioni che erano sul tavolo. Le operazioni si sono concluse in maniera pacifica, senza nessuna problematica, non ci sono stati episodi di violenza».

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