Burgo, solo 4 giorni alla mobilità

30 Marzo 2011

Proroga cassa integrazione, la Regione chiede un piano industriale

CHIETI. Burgo, vertenza irrisolta. Ancora nulla di fatto per la concessione di proroga della cassa integrazione in deroga. Ieri nella riunione in Regione il confronto con i tecnici dell'ente, assente l'assessore Paolo Gatti, ha prodotto solo quella che lo stesso sindaco Umberto Di Primio definisce: «Una possibile soluzione, che dovrà essere verificata nelle prossime ore».

A mezzanotte di domenica la cassa integrazione finisce. I lavoratori, 139 tra i 45 e i 50 anni, sono tecnicamente in mobilità, ad oggi ancora aperta. Venerdì alle 10.30 Comune, sindacati e Burgo si incontrano in Provincia per tentare il tutto per tutto. L'azienda dovrà accettare di sospendere la procedura di mobilità e redigere la domanda di richiesta proroga al Cicas, Comitato regionale di intervento per le crisi aziendali e di settore. L'organo non si riunisce, però, prima di fine aprile. Nel frattempo i lavoratori, bene che vada, rimarranno in un limbo strano, né cassintegrati, né in mobilità.

Nella riunione di ieri all'assessorato regionale alle politiche del lavoro, incentrata su possibili feritoie per prolungare la cassa integrazione, il dirigente Giuseppe Sciullo ha consigliato di redigere la domanda per il Cicas in maniera articolata. «Ognuno, tra Comune, Provincia, azienda e consorzio In.Te, che intende reindustrializzare l'area dell'ex cartiera», dice Michele Marchioli della Cgil, «deve dire con esattezza cosa farà e quando. Le aziende di In.Te, a esempio, di quali risorse di investimento dispongono e come ed entro quando intendono assumere i lavoratori. Deve uscire l'impegno esatto e circostanziato di tutte le parti sociali».

Insomma va presentato un piano industriale, che si possa dire tale, corretto e soprattutto concreto. «Il Cicas in sei anni», osserva Leonardo De Gregorio dell'Ugl, «non ha mai concesso la proroga a una cassa integrazione in deroga». Sta propro qui l'alea ancora troppo forte sul futuro dei lavoratori. Ieri all'incontro in Regione c'erano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, l'assessore Daniele D'Amario per la Provincia, il sindaco Di Primio e l'assessore Antonio Viola per il Comune, alcuni lavoratori e l'Rsu.

Non c'era la Burgo, non invitata, ma pur sempre l'azienda che deve firmare e presentare la domanda di proroga. Non era forse meglio che fosse lì con gli altri a capire come formularla? «L'azienda», risponde Giancamillo Marrone della Rsu, «nel verbale di incontro lunedì scorso in Confindustria ha confermato la disponibilità a richiedere un ulteriore periodo di Cig straordinaria in deroga, mettendo nero su bianco anche che così soprassiede ai licenziamenti previsti dalla procedura di mobilità». Sembra però che abbia anche detto fuori dai denti di aspettare un'apertura sostanziale della Regione e questo già dall'incontro di ieri.

«Il punto forte di questa vertenza», osserva Lucio Petrongolo della Cisl, «è che oggi in Abruzzo non esiste un progetto in cui su uno stabilimento dismesso c'è un progetto di reindustrializzazione già in fase così avanzata». Ossia con consorzio di imprese già costituito e il via libera ambientale della conferenza dei servizi su parte dei terreni da edificare. Il fatto è che in un'epoca di crisi come questa, in una regione martoriata anche dal terremoto, allargare le maniche dei finanziamenti pubblici non è cosa semplice, perché crea scomodi precedenti.

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