storie di sport

Buzzelli, il triplista di Chieti che incantò ai mondiali

Nel 1974 l’atleta raggiunse il record dei 16,48 metri. Vinse titoli nazionali ed europei e nel 1982 divenne Assistente tecnico nazionale

CHIETI. Conobbi Ezio Buzzelli, che non era mio parente, ma era un triplista eccezionale che a fine carriera realizzò la misura di 16,48 e che potenzialmente avrebbe potuto ottenere persino il record del mondo se solo avesse voluto voglia di allenarsi a fond». Sono parole di Salvatore Buzzelli, autore di un bella pubblicazione sull'atletica leggera teatina che uso per presentare il personaggio di questa domenica.

Quella straordinaria misura di 16,48 Buzzelli la realizzò il 26 maggio del 1974, a Reggio Emilia. In quella occasione c'era anche un altro atleta teatino, anche lui triplista, ex campione d'Italia allievi, che indossava la divisa di carabiniere, come Ezio: Francesco Di Tizio, ex direttore generale della CariChieti che ha fatto parte di quella fucina di talenti che è stata prima la Libertas Artese, senza trascurare il contributo dato alla regina dello sport dalle altre tre società di atletica esistenti allora a Chieti. Mancavano impianti e attrezzature, ma non la grande passione per la regina degli sport, grazie a a dirigenti e tecnici come Giovanni Aloè, Ermanno Corradi, Umberto Tuffanelli e tanti atleti che hanno fatto la storia dell'atletica leggera locale. C'era solo il campo della Civitella, in dura terra, dove comunque si svolgevano gare che vedevano grandi protagonisti atleti come l'indimenticabile Luciano Vinciguerra, lo stesso già citato Tuffanelli, Dino Spinozzi, Lucio Di Tizio, Franco Schiazza, Franco D'Intino, Carlo Malandra. Lauro Corti, Costanzo Di Filillpo, Bruno Olmi ed altri giovani di cui non ricordo i nomi, e mi scuso per questo.

Ezio Buzzelli che pure ha vinto importanti gare nazionali e internazionali, avrebbe potuto fare di più, come ha lasciato scritto l'altro Buzzelli, Salvatore? Anche Francesco Di Tizio, suo compagno nella squadra di atletica del Gruppo Sportivo Carabinieri di Bologna, concorda sul fatto che, con allenamenti più assidui ed intensi Buzzelli avrebbe potuto mettere dietro di se tutti i triplisti, non solo italiani, a ma dell'intero pianeta.

Verità o leggenda costruita attorno al personaggio? Certo è che Ezio Buzzelli ha toccato, nel panorama locale, le vette più alte. Per dimostrarlo basta ricordare che tra il 1971 e il 1975 ha vinto due titoli italiani nella sua specialità, il salto triplo. Nel 1972 vinse con la misura di 15,14 metri e nel 1974, riconquistò la maglia tricolore saltando 15,59. Sempre in questo arco di tempo ha vinto ben quattro titoli italiani indoor. Anche a livello giovanile ha ottenuto ottimi risultati: nel 1967, ad appena 16 ani ( è nato nel 1951) si è infatti classificato terzo ai campionati nazionali juniores, due secondi posti nei due anni successivi. Prima vittoria importante nel 1969, quando vinse il titolo ai campionati universitari.

Nel 1970 conquistò il quarto posto agli europei juniores di Parigi. Nel 1971, con la maglia del gruppo sportivo dei carabinieri, vinse il titolo ai campionati mondiali riservato ai militari. Nel salto triplo in quel periodo dominava Giuseppe Gentile, protagonista dell'epica gara alle Olimpiadi di Città del Messico del 1972, quando benché avesse superato per due volte il record mondiale, conquistò solo il bronzo.

Di tanto atleta Buzzelli è stato il riconosciuto erede, dominando la scena fino al momento del ritiro dalle gare, avvenuto dopo la partecipazione ai campionati europei del 1974. Intanto nel 1973 Buzzelli aveva concluso gli studi all'Isef di Bologna, conseguendo il diploma che l'ha poi portato ad insegnare fino alla pensione, che attualmente si sta godendo, nelle scuole cittadine.

All'atletica leggera e alla sua specialità ha continuato a dare come istruttore , a livello nazionale e locale. Infatti, dopo aver ottenuto nel 1970 il diploma di Operatore Sportivo Tecnico, nell'aprile del 1982 ha assunto il ruolo di Assistente Tecnico Nazionale Specialistica. Tanti infine i riconoscimenti ottenuti dal Coni e dalla Federazione di Atletica Leggera in riconoscimento della sua carriera. Avrebbe potuto fare di più? Resta il dubbio, ma chi lo conosce sa bene che non è stato e non sarà mai un problema.

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