Caccia al marito che ha bruciato la casa

Sequestrati appunti e scontrini nell'abitazione data alle fiamme dove viveva la moglie

VASTO. Appunti segnati su foglietti volanti, scatole di prodotti usati dall'uomo, scontrini. La polizia cerca di individuare il rifugio di Makram Arfaouj, 26 anni, di Bousalem (Tunisia) attraverso gli oggetti lasciati dall'uomo che per vendetta martedì sera ha incendiato la casa della moglie ed è fuggito. L'uomo è accusato di incendio colposo, maltrattamenti in famiglia, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Rischia una pena di cinque anni di reclusione oltre al divieto di far ritorno nel nostro Paese. Intanto l'assessore ai Servizi sociali, Antonio Spadaccini, tende una mano alla donna.

«Non può essere andato lontano», è la convinzione del dirigente del commissariato, Cesare Ciammaichella. Scappato dalla Tunisia insieme a un fratello, Arfaouj non può tornare a casa. «Abbiamo allertato la polizia di frontiera e diffuso la sua foto», spiega la polizia. Potrebbe aver preso il treno o l'autobus, ma non ha molti soldi con sé. Gli investigatori sono certi che la fuga del nordafricano finirà molto presto. «E' clandestino. Potrebbe chiedere aiuto a qualche connazionale, ma la latitanza non può durare a lungo», è l'opinione di Ciammaichella.

Nel frattempo gli agenti del nucleo anticrimine hanno ascoltato le testimonianze dei vicini di casa di Makram e della moglie. I condomini hanno confermato il rapporto burrascoso fra il giovane tunisino e la sua compagna nell'appartamento al primo piano occupato dalla coppia. Nessuno dei vicini di casa ha però mai sospettato che la giovane donna venisse malmenata e vessata.

La giovane ha invece raccontato alla polizia un menage infernale. Ha taciuto e sopportato per paura che potesse accadere qualcosa al suo bambino di 2 anni che si trova in Tunisia a casa dei nonni. Paura che dopo l'incendio appiccato dal marito al suo appartamento è cresciuta ancora. «Invito questa giovane e tutte quelle che come lei dovessero avere dei problemi a rivolgersi allo sportello Donnattiva aperto dal Comune in via Naumachia. La dottoressa Licia Zulli e l'equipe formata da psicologhe, assistenti sociali e legali sono pronte a fornire ogni supporto», è l'appello dell'assessore ai servizi sociali, Antonio Spadaccini. «Le donne che risiedono a Vasto, italiane o straniere, devono sapere che non sono sole».

Per far conoscere meglio la rete di aiuti che lo sportello favorisce in collaborazione con le forze dell'ordine il Comune ha intenzione di organizzare presto un seminario. «Qualche settimana fa è stata uccisa qui una lituana, ora la cronaca ci racconta di una 20enne a cui il marito dopo settimane di soprusi ha incendiato la casa. E' il momento di intervenire. Lo sportello Donnattiva è pronto ad accogliere ogni richiesta», assicura l'assessore Spadaccini.

Lo sportello è aperto il martedì e sabato dalle 9,30 alle 12,30 e il mercoledì pomeriggio dalle 17 alle 19.

© RIPRODUZIONE RISERVATA