Candidati, caccia al consenso

Anche Gaspari in campo: se potere votate il mio amico

CHIETI. Può succedere che anche un vecchio leone della politica decida di scendere in campo. Lo ha fatto Remo Gaspari con una lettera scritta di suo pugno (a 89 anni il computer è roba da ragazzini), indirizzata ad alcune famiglie chietine.

Lo ha fatto per sostenere la candidatura a consigliere comunale di Domenico Di Fabrizio, lista Pdl, funzionaro della Carichieti, ex consigliere d’amministrazione dell’Arpa, da anni collaboratore del ministro.

Sulla base di questa lunga frequentazione, Gaspari chiede, con garbo d’altri tempi, al “Caro amico” cui la lettera è indirizzata «di considerare la possibilità di un voto» a Di Fabrizio, il quale, scrive il ministro «mi ha assicurato una collaborazione durata trent’anni», «sempre se», sottolinea Gaspari con prudenza «non hai già impegni di partito o di candidati».
La lettera si chiude con una piccola lezione di politica tutta democristiana: tra le doti del candidato, Gaspari enumera «esperienza e spirito di iniziativa», ma soprattutto «realismo». Una rarità di questi tempi.

Di Fabrizio è uno dei candidati impegnati in una sfida difficile e selettiva quanto un concorso pubblico: 40 posti per quasi 600 iscritti nelle liste. Farsi notare non è facile. Gaspari è una risorsa per pochi, così Attilio Cecchini (Popolo di Chieti-Lega Nord) ci prova offrendo crépe a chi vuole ascoltare la sua ricetta sulla raccolta differenziata: «Isole ecologiche fuori dalla città, tassa rifiuti sulla base del numero dei componenti familiari, detassazione progressiva per chi ricicla, attraverso una specie di carta bancomat che si usa ogni volta che si porta qualcosa nell’isola ecologica: chi più ricicla meno Tarsu paga».

C’è poi chi (e sono i più), punta semplicemente sul programma o sull’appartenenza, sperando nella forza di convinzione.
Il preside Antonio Ridolfi (Pd) esalta la continuità: «Oggi abbiamo un dato di fatto, che cinque anni fa era inesistente: la città sta cambiando. E si tratta di un cambiamento che dobbiamo all’amministrazione del sindaco Ricci. L’attuale centrodestra, invece, è un miscuglio di facce senza storia, senza un patrimonio personale».
Luca Caratelli (Pd) scommette sul cambiamento: «Dobbiamo continuare a far rinascere la città, ripopolandola di iniziative e di un reale movimento giovanile».

Pietro La Valle (Giustizia Sociale) pensa soprattutto alla vittoria di Di Primio: «Vorrei dare una mano a una persona che penso possa risollevare la città, farla tornare a essere virtuosa».
Un po’ di sciovinismo teatino per Marcello Michetti, candidato della lista civica di centrodestra Alleanza: «C’è bisogno di ricreare una città nostra e non di altri», sottolinea, «oggi la città oggettivamente non è unita: non bastano solo case e corridoi verdi, è importante anche un’unità fisica. Un’unità che ricrei la città per le famiglie».

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