Candidati sindaci, primo scontro

Confronto all’auditorium Cianfarani. Firmata la Carta d’intenti della Consulta delle associazioni

CHIETI. Hanno firmato la Carta degli impegni proposta dalla Consulta delle associazioni culturali e ambientali. Ma le differenze restano tutte tra i quattro candidati sindaci ieri al primo dibattito pubblico di questa campagna elettorale all’auditorium Cianfarani, ospiti della coordinatrice della consulta Cinzia Di Vincenzo in rappresentanza delle 34 associazioni iscritte. I candidati hanno discusso per 2 ore. Ma protagonista è stato soprattutto il pubblico.

I candidati a sindaco sono stati sommersi da decine di domande alle quali hanno dovuto rispondere nei tempi strettissimi imposti dal moderatore Luciano Di Tizio.

Lo scontro, appena velato dalla formalità dell’occasione, è stato soprattutto tra i due favoriti: il candidato del centrosinistra e sindaco uscente Francesco Ricci e il candidato del centrodestra Umberto Di Primio. Gli altri due ospiti hanno recitato consapevolmente la parte degli outsider. Eugenio Di Francesco (Forza Nuova) si è presentato come un cittadino «prestato alla politica», lontano «dalla stanza dei bottoni» ma «orgoglioso di essere l’unico candidato nato a Chieti». Pietro Supino, marsicano di Magliano dei Marsi, ha interpretato la figura del mediatore, di chi oppone alla «contrapposizione di tutti contro tutti», la ricerca dell’impegno comune, che è in fondo il logo della sua lista “Chieti Insieme”.

Con Ricci e Di Primio la musica cambia perché le differenze non sono solo di programma ma di cultura politica («Guardate le alleanze», ha suggerito Ricci. «Mi attaccano perché faccio l’avvocato» ha replicato Di Primio). Su una sola cosa sembrano d’accordo: sul no alle centrali nucleari - ipotesi di scuola per Chieti -, («Ma di Primio dovrà spiegarlo a Berlusconi», ha commentato il sindaco), e forse sulla salvaguardia dell’ambiente. Ricci si farebbe «incatenare» per evitare la costruzione di un inceneritore e chiede che i sindaci ottengano più potere decisionale dalla Regione. Di Primio dice no agli inceneritori, vuole delocalizzare le aziende che inquinano, recuperare spazi alla città dall’area industriale, ma nello stesso tempo vuole rendere più appetibili le aree per le nuove imprese.

I nervi tornano tesi sul rapporto tra Comune e Regione rispetto a due temi caldi per la città: la crisi della Burgo e la paralisi del Teatro Marrucino. Sulla Burgo Ricci ha accusato la Regione e in particolare l’assessorato alle attività produttive di non aver trasmesso al ministero il contratto di programma firmato il 1º ottobre 2009 «perché non si possa dire che Ricci ha risolto il problema». Stesso discorso sull’emedamento sul Marrucino slittato al prossimo consiglio comunale: «La Regione», ha detto il sindaco, «sta facendo politica sul Marrucino».

Tesi rigettata da Di Primio: «Il Teatro ha subito un vero e proprio saccheggio e ha accumulato debiti. Garantisco che faremo una Fondazione e i fondi arriveranno».

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