Canosa Sannita, nove operai multati per il blocco stradale durante uno sciopero

Devono pagare 2580 euro per aver bloccato via Valli durante la vertenza Dialifluids

CANOSA SANNITA. È scattata la sanzione per i lavoratori della Dialifluids accusati di aver occupato durante le proteste del 17 febbraio 2015 via Valli, la strada che scorre adiacente al sito industriale di Canosa Sannita, impedendo il passaggio delle auto in transito tra cui quella dell’allora direttore di stabilimento, Giuseppe De Meis.

Nove ex dipendenti della fabbrica che produceva liquidi per dialisi preconfezionati in sacche, oggi chiusa, dovranno pagare una multa di 2.580 euro. Oltre al danno per la perdita di un impiego anche la beffa. E pensare che poteva andare anche peggio dato che la ripercussione si è fermata solo ad una sanzione che, però, avrebbe potuto essere qualcosa di più. Per dieci lavoratori era infatti scattato un atto di contestazione per violenza privata trasmesso alla Procura, che tuttavia non ha riscontrato reati penali.

A quel punto le carte sono finite negli uffici della prefettura, che ha ravvisato un illecito amministrativo dovuto al blocco stradale. Per i dipendenti c'è stata l'opportunità di presentare memorie difensive, le quali sono state articolate in maniera da rimarcare che durante quella giornata di proteste non si è verificato nessun impedimento agli utenti della strada, che secondo la difesa non avrebbero avuto problemi a trascorrere sul tratto di via Valli se lo avessero voluto. Ma il pensiero della prefettura è stato diverso.

A questo punto la multa è stata inevitabile per nove dei dieci lavoratori su cui l'attenzione si era focalizzata. Ad uno di loro infatti, a seguito di un difetto procedurale, non è stata notificata la sanzione amministrativa. Quest'ultima è già esecutiva, ma i nove multati potranno chiedere una sospensiva che però dovrà essere accolta, e non è detto che ciò avverrà. Intanto però parlano due dei tre legali che difendono gli ex dipendenti della Dialifluids finiti al centro della bufera. «Fare,o ricorso al giudice di pace», si limitano a dichiarare in questa fase delicata Massimiliano Matteucci e Emiliano Palucci.

Tra i lavoratori invece c'è sconforto: «Evidentemente in Italia non si può più protestare per i propri diritti», è il duro commento di Alessandro Primante, uno dei sanzionati. «Noi abbiamo solo manifestato per difendere il nostro posto di lavoro».