Carcere Lanciano, agente ferito con una lametta

Poliziotto aggredito da un detenuto: è il quarto caso da inizio anno. Il sindacato: c’è poco personale

LANCIANO. Quattro aggressioni ai danni di agenti penitenziari si sono verificate da inizio anno nel carcere di Villa Stanazzo. La più grave è l’ultima, lunedì scorso. Un assistente capo di polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto marocchino che, con una lametta, gli ha provocato un profondo taglio al ventre, lungo circa 30 centimetri. Bhailil Choukri, 24 anni, già detenuto per lesioni personali e rapina, è stato arrestato anche per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Nel rito per direttissima, ieri mattina, l’arresto è stato convalidato, mentre il processo è stato rinviato poiché il difensore del marocchino ha chiesto i termini a difesa. Il giovane proprio per la sua indole violenta ha cambiato più volte istituti penitenziari, fino a giungere a Lanciano lo scorso marzo.

Le organizzazioni sindacali degli agenti penitenziari denunciano una situazione fuori controllo. «Quanto è accaduto mostra i limiti alla gestione dell’istituto frentano», dichiara Ruggero Di Giovanni, segretario provinciale della Uilpa penitenziari, «da una parte la cronica carenza di personale che impone al personale turni massacranti, che ormai troppo spesso si concretizzano nel doppio turno e in alcuni casi addirittura in 17 ore di servizio consecutive. Dall’altra l’assenza di un direttore titolare che comporta discontinuità nella linea di comando, creando l’habitat naturale per comportamenti borderline dei detenuti».

A inizio anno il direttore titolare è stato inviato nel carcere di Vasto con la reggenza di Sulmona, mentre per Lanciano è stata scelta la reggenza da parte di Maria Lucia Avantaggiato che si divide fra altri incarichi a Pescara. «È evidente che qualcosa continua a non funzionare ai vertici di Villa Stanazzo», continua Di Giovanni, «il personale aveva più volte lamentato l’indole aggressiva del detenuto che portava con sé almeno una lametta. Il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per l’Abruzzo e il Molise, Bruna Brunetti, evidentemente non ritiene che la situazione sia così grave né da garantire un sufficiente monte ore di straordinario, né da aumentare l’organico di polizia penitenziaria, a cui anzi è stato chiesto un ulteriore sacrificio». (s.so.)

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