Carceri sovraffollate, petizione in piazza

Chieti sola postazione abruzzese della raccolta firme per depenalizzazione e abolizione di alcuni reati

CHIETI.

Uno stop al sovraffollamento delle carceri con la depenalizzazione o l'abolizione di alcuni reati che hanno contribuito a ingrossare il numero dei carcerati fino a 66mila contro i 44mila posti disponibili. E l'introduzione, nel Codice penale, di una legge sul reato di tortura attingendone il testo direttamente dalla Convenzione dell'Onu. Un obiettivo che ha messo insieme 37 tra associazioni, movimenti, gruppi e sindacati promotori di un pacchetto di tre proposte di legge di iniziativa popolare che vanno in piazza per la firma martedì 9 aprile. Con il banchetto aperto dalle 9 alle 13 davanti al tribunale in piazza San Giustino, unica postazione abruzzese, Chieti è fra le 31 città italiane che offrono l'opportunità di aderire. «Le proposte», spiega Maria Adorante, avvocato e referente locale di Antigone, tra le associazioni più attive nel monitoraggio della situazione carceraria italiana, «sono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario. Attraverso la depenalizzazione di alcuni reati e forme alternative alla detenzione», aggiunge, «potremmo ridurre il sovraffollamento, assicurando il ripristino della legalità e un risparmio considerevole in termini finanziari, visto che il carcere ha una funzione rieducativa e non punitiva mentre ogni detenuto costa allo Stato circa 250 euro al giorno».

A Chieti il progetto dei 37 viene sostenuto dalla Cgil Abruzzo e dallo stesso Tribunale attraverso il presidente Geremia Spiniello.

«Tra le proposte di Antigone», osserva Adorante, «c'è quella del "numero chiuso" sugli ingressi in carcere, che blocca gli ingressi in cella in mancanza di un posto e interviene nella materia dei diritti dei detenuti per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri. Chiediamo anche», chiarisce la referente di Antigone, «la modifica e abolizione delle leggi maggiormente responsabili per il sovraffollamento, cioè la legge Cirielli sulla recidiva, la Bossi-Fini sulla clandestinità e quella sulle droghe, la famigerata legge Fini- Giovanardi che produce tanta carcerazione inutile».

Con la previsione del reato di tortura, la prima proposta del pacchetto, l'Italia soddisferebbe un obbligo internazionale. «Come è noto», chiarisce Adorante, «l'Italia è uno dei pochissimi paesi civili e democratici a non aver proibito legalmente la tortura, un crimine contemplato in virtù di un obbligo internazionale. E la proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico».

Francesco Blasi

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