Centrale biomasse, tre gli indagati

Sotto accusa un dirigente della Regione, un componente Arta e un rappresentante dell’azienda
TREGLIO. Sono tre al momento gli indagati a seguito delle indagini della Procura di Lanciano sulla centrale a biomasse di Treglio. L’inchiesta, a largo raggio e che ha portato a svolgere accertamenti anche in società e organizzazioni sparse su tutto il territorio nazionale, potrebbe coinvolgere a breve anche altre persone. Attualmente a ricevere l’avviso di garanzia da parte della Procura sarebbero un dirigente regionale, un componente dell’Arta (l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) e un rappresentante legale della Gtc srl (Gestione Calore Treglio) società proprietaria dell’impianto tra cui figura, assieme a una società valdostana, anche la famiglia Vecere, già titolare del vicino sansificio. Le indagini hanno riguardato non solo le attività della centrale, ma anche quelle dello storico sansificio.
Nei giorni scorsi sono stati diversi i blitz eseguiti dalla guardia di finanza e dai nuclei speciali dei carabinieri giunti da fuori regione. I controlli si sono concentrati non solo sulle autorizzazioni e su eventuali abusi d’ufficio da parte degli uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni, ma anche sui materiali bruciati nei due impianti, i fumi emessi, gli scarti di produzione e le presunte violazioni in materia di lavoro e di sicurezza sui luoghi lavoro.
L’attività degli inquirenti è coordinata dal procuratore Francesco Menditto ed è partita circa un anno fa in seguito alle denunce di cittadini e associazioni tra cui spicca Nuovo Senso Civico, l’associazione che da sempre si batte contro la realizzazione dell’impianto che produce energia bruciando sansa disoleata e biomasse come cippato di legno. Sembra che nel corso delle indagini ci si sia concentrati anche sulla potenza dell’impianto che, da autorizzazione, non potrebbe superare 1 megawatt. Lo stesso procuratore Menditto nel corso dell’annuale conferenza stampa di resoconto delle attività della Procura aveva ammesso che sui temi ambientali «c’è massima attenzione e che si indaga a 360°».
La Procura si avvale nelle indagini della consulenza di esperti definiti fra i migliori d’Italia in fatto di illeciti e reati ambientali: si tratta dei chimici Mauro Sanna e Roberto Monguzzi e di Nazzareno Santilli, ingegnere chimico, che si sono occupati, nella loro esperienza, anche dell’Ilva di Taranto. «In tema ambientale si fanno poche indagini, ma buone», aveva detto Menditto.
La centrale, fortemente osteggiata anche dalle popolazioni dei comuni vicini a Treglio con proteste di piazza, è operativa dal 2011.
Daria De Laurentiis
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