Chieti, ecco Roberta, la super mamma di dodici figli

La famiglia dei record vive in via Madonna della Misericordia. Stanotte il battesimo. Ma la signora Di Renzo è già in attesa del tredicesimo bimbo

CHIETI. Per Pasqua dovranno acquistare 12 uova di cioccolato. Perché i figli sono 12 e il tredicesimo è in arrivo. I Cannone sono davvero una famiglia da record, anche se loro preferiscono considerarsi normali, sebbene sorretti da una incrollabile fede in Dio. Fanno parte di una delle tre parrocchie teatine dove ci sono comunità neocatecumenali e vivono in stretta sinergia con la loro comunità, che li sostiene nelle tante esigenze che una famiglia così numerosa può avere.

Oggi per loro è un giorno importante. Perché questa notte hanno battezzato l’ultima nata, Lucia, di nove mesi. La bimba ha dieci fratelli e una sorella. Il più grande è Francesco, di 15 anni, poi ci sono Giacomo, di 14, Emanuele di 13, Paolo di 12, Bruno di 10, Matilde di 9, Giuseppe di 8, Giovanni di 7, Stefano di 5, Pietro di 4 e Matteo di 2. La super mamma si chiama Roberta Di Renzo e ha 39 anni. Il super papà è Andrea Cannone, 38 anni. Vivono in un appartamento di via Madonna della Misericordia con tre stanze da letto, una cucina, un salone e un bagno, ma vorrebbero trasferirsi in una casa più grande. Dipende tutto dal lavoro del capofamiglia, dipendente di una cooperativa che lavorava per la Sixty e che ora, con il drastico ridimensionamento dell’azienda tessile, si trova in difficoltà. Ma i problemi, economici o d’altro tipo, non fanno paura ai coniugi Cannone. «Sappiamo che i problemi ci sono e ci saranno sempre», dice Andrea, «ma non ci spaventano, perché ci sorregge Gesù Cristo». Per testimoniare la loro grande fede e aiutare chi è in difficoltà, la famiglia è andata anche in missione all’estero. Dal 2003 al 2007 hanno vissuto a Tartu, in Estonia, insieme ad altre comunità neocatecumenali. «Lì abbiamo trovato una società disgregata», raccontano, «con poco senso della famiglia e del matrimonio. Dai 6 anni in poi i bambini andavano in giro soli per strada con la chiave di casa appesa al collo». Un’esperienza, quella della missione, che i Cannone sono pronti a rifare. La fede rappresenta il motore interiore di tutta la famiglia. D’altronde Andrea e Roberta si sono conosciuti durante un pellegrinaggio a Parigi. Era il 1997 e i due, allora giovani studenti, erano andati in Francia per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù con Papa Giovanni Paolo II. Tre anni dopo si sono sposati e ora sono in attesa del tredicesimo figlio. «Non pensavamo che il Signore ci benedicesse così», dicono, «i figli sono doni immensi». La giornata tipo in casa Cannone parte con la sveglia alle 6.30 del mattino per papà Andrea che prepara la colazione. Sul tavolo ci devono stare almeno due litri di latte. La mamma, essendo incinta, se la prende un po’ più con calma. La colazione avviene a turno. I quattro figli che vanno alle elementari Corradi mangiano prima perché hanno il bus alle 7.30. I due delle superiori e gli altri due delle medie hanno almeno un quarto d’ora in più. Ognuno, a fine colazione sparecchia. Gli ultimi che vanno all’asilo escono alle 8.45 con la nonna. Eccetto i bimbi che vanno all’asilo, tutti gli altri figli, a turno, hanno una giornata in cui apparecchiano e sparecchiano la tavola e danno una m ano in casa. «Non siamo eroi, né la famiglia del Mulino bianco», dice papà Andrea, «ma ci affidiamo alla Provvidenza. È Gesù Cristo che ci dà la capacità di camminare sulla morte. Che è poi i significato della Pasqua».