Chieti, entra nel cimitero e si spara al cuore

La tragedia di un giovane teatino: lascia una lettera in cui chiede di essere sepolto accanto all’amata mamma

CHIETI. E’ difficile trovare le parole per raccontare la tragedia di Andrea Mammarella, 44 anni di Chieti, che ha scelto di morire a Capadanno su una panchina del cimitero di Sant’Anna. Si è sparato un colpo al cuore con una pistola calibro 9 su cui i carabinieri ora indagano. L’arma, una semi automatica Smith & Wesson, è risultata rubata dieci anni fa a Città Sant’Angelo. Chissà come ha fatto il giovane Andrea a procurarsela per mettere fine ai suoi giorni? Il suo corpo, riverso su una delle panchine in legno nel piazzale del sacrario militare, è stato scoperto, poco dopo le 9 di ieri, dal custode del cimitero. Ma Andrea Mammarella era morto da almeno un paio d’ore. Accanto a sè aveva una lettera di due pagine in cui però non spiega i motivi del suo gesto. Ma chiede di essere sepolto accanto all’amata mamma, deceduta per malattia dopo un’altra tragedia, la morte del papà in un incidente stradale.

Rimasto orfano dei genitori, Andrea, che lascia il fratello Gianluca e la sorella Lidia, ha continuato a vivere nel quartiere di Santa Maria, lavorando per l’impresa di pulizia Lux. Il sentimento della pietas ci spinge però a non fare ipotesi sulle cause del suicidio, o sul senso di solitudine provato da questo giovane teatino che comunque nell’ultima lettera affida le sue ultime volontà ad un caro amico, Massimo, un dipendente della Teate Servizi, tra i primi ieri mattina ad arrivare nel piazzale della tragedia, davanti al sacrario dedicato alle vittime della guerra e poco distante dalla tomba della madre di Andrea dove quest’ultimo si recava spesso a pregare anche dopo l’orario di chiusura. Quindi scavalcando il muro come deve aver fatto anche ieri mattina prima delle 7 quando i cancelli sono stati aperti. «Voglio essere seppellito da Massimo» ha chiesto Andrea che, sempre nella lettera, ha scritto che non vuole funerali. E così sarà.

Le indagini sono condotte dai carabinieri, coordinati dal capitano Federico Fazio. Ma sul posto sono giunti anche agenti del 113 e delle Digos, l’assessore Raffaele Di Felice, il funzionario dei servizi cimiteriali, Nino Colacito e il medico Rita Montini che ha eseguito l’ispezione cadaverica confermando il suicidio.