Chieti, padre accusato di giochi erotici sulle figliolette

Udienza a porte chiuse per un uomo di 48 anni. La psicologa conferma tutto. La difesa: bimbe manipolate dalla madre

CHIETI. Giochi erotici sulle figlie minori e con una nipotina, che all’epoca dei fatti avevano tutte meno di dieci anni. É la gravissima accusa nei confronti di un papà, (del quale non pubblichiamo il nome ad esclusiva tutela delle presunte parti offese), ora 48enne di un paese grande della provincia teatina. Ieri si è celebrata la prima udienza del processo davanti al tribunale presieduto da Geremia Spiniello (a latere Patrizia Medica e Alessandro Di Berardino). Davanti al collegio sono comparsi i testimoni: la madre delle bimbe, la psicologa e l’assistente sociale che hanno confermato le accuse contro l’uomo, presente in aula e difeso dagli avvocati Roberto Di Loreto e Luciano Di Felice. Il processo per la delicatezza del caso si è svolto a porte chiuse e dopo l’audizione dei testimoni è stato rinviato al 21 ottobre. In quella sede verrà ascoltata la sorella dell’imputato, quale testimone a discarico.

I fatti secondo la pm, Lucia Anna Campo, risalgono al periodo che va dal 2007 all’aprile 2010. Nell’incidente probatorio, in audizione protetta, una figlia e la cuginetta, attualmente adolescenti hanno confermato le accuse, assicura uno degli avvocati di parte civile, Antonella Capretta, «con precisione e sentite autonomamente, hanno detto praticamente le stesse cose». La figlia più piccola, che attualmente ha 9 anni, non ha parlato e tuttora non parla. Ma agli atti è stato acquisito un disegno eloquente fatto dalla piccola quando aveva 5 anni, che raffigura un uomo seduto con il pene fuori dai pantaloni e con una bambina piccola sulle ginocchia. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe tentato di baciare la nipote, e di toccare le figlie nelle parti intime e facendosi masturbare da quella più grande. É la madre che avrebbe scoperto la vicenda per caso: nelle figlie aveva notato un comportamento strano. Ed è stato il figlio grande a riferire che le sorelle gli avrebbero raccontato le attenzioni che il papà riservava per loro. La madre che non crede alle sue orecchie riferisce la storia alle operatrici del consultorio e nel 2011 denuncia i fatti in procura. Tramite l’avvocato Federica De Robertis, si costituiscono parte civile anche i genitori della nipote dell’imputato.

Ma l’uomo ha sempre negato tutto. Secondo la difesa le bimbe sarebbero manipolate dalla madre. I genitori si separano consensualmente nel 2010. Poi la separazione diventa giudiziale perché non si mettono d’accordo su alcune condizioni. Nel 2012 quando la denuncia per violenza sessuale era già partita la donna non fa alcun cenno dei gravi episodi al giudice della separazione.

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