Chieti, scoperto un evasore totale per 7,5 milioni

Segnalata alla procura società di Chieti sconosciuta al fisco che vende auto nuove e usate

CHIETI. «Essere ricchi non è male, ma non pagare le tasse è un reato». Un precetto, quello espresso dal premier Mario Monti sempre più difficile da ignorare specie se i compiti delle forze dell'ordine vengono supportati da leggi efficaci che non consentono vie di fuga a chi «dimentica» di pagare le tasse. Come è capitato a una società di Chieti che operava nel campo della vendita delle auto nuove e usate. Una frode alle imposte sui redditi, all'Iva e all'Irpef pari a 7,5 milioni di euro. A finire nella rete della Guardi di finanza della compagnia teatina alla guida del comandante, colonnello Paolo D'Amata il legale rappresentante della società che si sarebbe resa responsabile dell'omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali obbligatorie.

Nel dettaglio, le Fiamme gialle hanno ricostruito il reale volume d'affari realizzato dalla società attraverso un minuzioso lavoro di ricomposizione della frammentaria documentazione contabile rinvenuta e dai controlli incrociati dei documenti acquisiti con i terminal della Finanza. L'esito dell'attività di verifica è stato inviato all'Agenzia delle Entrate per il successivo recupero delle somme sottratte agli oneri fiscali. Toccherà ora alla procura vagliare il caso, la denuncia per reati fiscali potrebbe trasformarsi anche nell'arresto, dal momento che la somma sottratta supera i minimi consentiti dalla nuova legge.

«Abbiamo inoltrato alla magistratura anche la proposta di sequestro preventivo dei beni mobili e immobili» aggiunge D'Amata che, in occasione della conferenza sul consuntivo delle attività del 2011, alla quale ha partecipato anche il tenente colonnello Gabriele Miseri, ha espresso soddisfazione per il caso della lussuosa villa, da 1,2 milioni, di proprietà di due coniugi rom di Vasto. Dopo i vari passaggi giudiziari, l'immobile è stato consegnato all'Agenzia del demanio in attesa che il comitato provinciale prefettizio per la gestione dei beni confiscati destini il bene a un ente locale per scopi sociali. Priorità assoluta della Guardia di finanza è quella di contrastare l'evasione fiscale a 360 gradi. Niente sconti per nessuno: dal capitano d'azienda all'artigiano.

«Tutti devono pagare le tasse» sostiene D'Amata che ha annunciato un protocollo d'intesa con alcune associazioni commerciali. «La loro richiesta è quella di vigilare su quei negozianti che non rilasciano scontrini o ricevute e che in questo modo danneggiano i lavoratori onesti. Ma, per contrastare il fenomeno», aggiunge, «occorre l'aiuto di tutti. Collaborazione che gli artigiani sono disposti a offrirci».

Nel corso del 2011, sul fronte della lotta e contrasto all'evasione fiscale e tutela dell'entrate, sono state eseguite complessivamente 592 verifiche sostanziali che hanno consentito di constatare maggiore base imponibile per le imposte sui redditi per oltre 191 milioni di euro ed evasioni all'Iva per 24 milioni di euro. Le ritenute d'acconto non operate e non versate ammontano a oltre 38 mila euro. A seguito delle verifiche svolte sono state denunciate all'autorità giudiziaria 54 persone per reati di natura fiscale. Sviluppando la vocazione di polizia tributaria investigativa, particolare attenzione è stata dedicata all'economia sommersa, nella sua duplice connotazione: d'azienda e di lavoro, che ha consentito di individuare un cospicuo numero di irregolarità. Sono stati, infatti, scoperti ben 55 evasori totali e 15 paratotali, con un recupero a tassazione di oltre 87 milioni di euro di base imponibile e la constatazione di oltre 9 milioni di euro di Iva dovuta. Giorni fa, controlli accurati sul rilascio di scontrini sono stati effettuati a Ortona, San Vito e Francavilla (in occasione del Carnevale). Sono stati impegnati 40 uomini. Solo un 30% le irregolarità rilevate complessivamente.

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