Chieti, sfregiata la targa che ricorda i martiri delle foibe

I vandali arrivano prima della inaugurazione allo Scalo e gettano anche la corona. Di Primio e Marco Di Paolo indignati. CasaPound cancella le scritte

CHIETI. Non hanno fatto neanche in tempo ad inaugurare il nuovo “Largo martiri delle foibe” che già la targa d’intitolazione è stata tutta imbrattata e la corona commemorativa rovesciata a terra. Qualcuno ha approfittato della notte tra giovedì e venerdì per andare in via Amiterno e sporcare con una vernice nera la targa che intitolava lo slargo vicino alla chiesa parrocchiale ai martiri delle foibe, “in ricordo delle vittime italiane di Tito e dell’esodo giuliano-dalamata”, recita la scritta. I segni con la vernice nera sembrano a prima vista solo scarabocchi, ma nella parte più in basso si è potuto intravvedere la scritta “antifa”, firma del moviemento antifascista europeo attivo anche a livello locale. L’inaugurazione doveva esserci lo scorso 10 febbraio, in occasione del "Giorno del Ricordo", ma è stata poi rinviata a causa delle cattive condizioni meteo di quel giorno.

La notizia è arrivata subito ieri mattina al consigliere comunale capogruppo di Fratelli d’Italia, Marco Di Paolo, che ha promosso l’intitolazione dello slargo con un ordine del giorno in Consiglio comunale. «Provo profonda indignazione per il gesto commesso», si sfoga Di Paolo, « Con il "Comitato 10 Febbraio" eravamo in prima linea per l'organizzazione della cerimonia a cui avevamo contribuito anche con le spese per la realizzazione della targa. Una commemorazione voluta con grande trasporto affettivo considerata anche la presenza degli esuli istriani che sarebbero dovuti venire a parlare agli studenti. Nessuna intimidazione mi farà arrendere o distogliere dall'idea di dare un giusto tributo a chi ha pagato con il sangue l'essere italiano». Duro anche il sindaco Umberto Di Primio: «È doloroso vedere che ancora oggi, in Italia, ci siano soggetti spregevoli che alimentano l'odio e che vivono di odio. La città non è questa, non è quella che vive di violenze legate allo sport, alla politica e alle ideologie e non è certo quella che vorrebbero alcuni imbecilli, incapaci di eliminare dal proprio modo di essere la discriminazione e l'odio. Anzi, noi tutti stiamo lavorando affinché Chieti sia ricordata come "Città Aperta", come città che, durante la seconda guerra mondiale, accolse migliaia di sfollati. Mi vergogno di questo infame gesto commesso da qualche mio concittadino e chiedo scusa a tutti gli esuli per questo oltraggioso atto, frutto solo dell’ignoranza di chi non è capace di vivere il proprio tempo».

«Un gesto ignobile», ha aggiunto Francesco Lapenna, responsabile teatino di CasaPound che da sempre si batte per mantenere viva la memoria del massacro delle foibe. Oltre ad esprimere sconcerto, gli attivisti di CasaPound ieri pomeriggio sono andati materialmente a ripulire la targa e hanno chiesto pubblicamente una presa di posizione da parte degli esponenti della sinistra teatina: «Siamo stanchi del silenzio di fronte a queste situazioni», hanno detto, «vogliamo rispote da parte di Pd, L’Altra Chieti e Sel». (a.i.)