Chiusura ospedale, ricorso respinto

Guardiagrele, l'iniziativa del centrosinistra è stata bocciata dal Tar
GUARDIAGRELE. Ricorso-ter rigettato in attesa del nuovo Piano sanitario regionale che l'ufficio del commissario governativo per la Sanità abruzzese, Gianni Chiodi, dovrà promulgare entro il 16 settembre. Niente sospensiva, quindi, ma udienza per il giudizio nel merito fissata al 29 febbraio del 2012. Così ha deciso il Tar dell'Aquila nella sentenza pubblicata ieri pomeriggio dopo l'udienza del 7 scorso sul ricorso del centrosinistra all'opposizione contro le delibere del commissario emesse tra il 2010 e quest'anno sulla riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese, delibere che contenevano in modo tanto diretto quanto inespresso la cancellazione del Santissima Immacolata dalla nuova mappa degli ospedali abruzzesi.
Dell'esito non è soddisfatto Simone Dal Pozzo, componente e avvocato del gruppo di minoranza che dalla scorsa estate conduce una crociata legale contro la chiusura dell'ospedale decisa dal centrodestra al governo della Regione, vincendo nel giudizio decisivo che a marzo fermò il "Programma operativo 2010" scritto dalla subcommissaria di governo Giovanna Baraldi.
«Il Tar motiva il diniego della sospensiva», spiega Dal Pozzo, «sostenendo che gli atti del commissario da noi contestati non costituiscono un pericolo nell'immediato facendo venir meno l'esigenza di una sospensiva, caratteristica invece eventualmente riscontrabile nel Piano sanitario regionale che Chiodi si è impegnato a elaborare entro metà mese, stando al decreto 98 annesso alla Finanziaria. In realtà», prosegue, «questa ordinanza ci pone in svantaggio rispetto all'evoluzione degli eventi, a partire già dal nuovo Piano sanitario che tra poco più di una settimana riproporrà la questione di una nuova sospensiva».
Su questo punto Dal Pozzo annuncia da ora un nuovo ricorso, e sarebbe il quarto in meno di un anno contro gli atti emessi dal presidente-commissario. «In attesa della sentenza di merito», spiega, «impugneremo tutti i provvedimenti commissariali». Nell'ordinanza pubblicata ieri, il Tar non menziona il profilo della illegittimità costituzionale sollevato dal centrosinistra a proposito dell'inserimento del piano Chiodi-Baraldi in un decreto legge che di fatto sottrae la programmazione sanitaria alla Regione Abruzzo.
Dell'esito non è soddisfatto Simone Dal Pozzo, componente e avvocato del gruppo di minoranza che dalla scorsa estate conduce una crociata legale contro la chiusura dell'ospedale decisa dal centrodestra al governo della Regione, vincendo nel giudizio decisivo che a marzo fermò il "Programma operativo 2010" scritto dalla subcommissaria di governo Giovanna Baraldi.
«Il Tar motiva il diniego della sospensiva», spiega Dal Pozzo, «sostenendo che gli atti del commissario da noi contestati non costituiscono un pericolo nell'immediato facendo venir meno l'esigenza di una sospensiva, caratteristica invece eventualmente riscontrabile nel Piano sanitario regionale che Chiodi si è impegnato a elaborare entro metà mese, stando al decreto 98 annesso alla Finanziaria. In realtà», prosegue, «questa ordinanza ci pone in svantaggio rispetto all'evoluzione degli eventi, a partire già dal nuovo Piano sanitario che tra poco più di una settimana riproporrà la questione di una nuova sospensiva».
Su questo punto Dal Pozzo annuncia da ora un nuovo ricorso, e sarebbe il quarto in meno di un anno contro gli atti emessi dal presidente-commissario. «In attesa della sentenza di merito», spiega, «impugneremo tutti i provvedimenti commissariali». Nell'ordinanza pubblicata ieri, il Tar non menziona il profilo della illegittimità costituzionale sollevato dal centrosinistra a proposito dell'inserimento del piano Chiodi-Baraldi in un decreto legge che di fatto sottrae la programmazione sanitaria alla Regione Abruzzo.
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