Claudia, leghista di Ripa candidata alle europee

CHIETI. «Il razzismo? Un’aberrazione anacronistica. E se mi chiamano polentona dico che è vero, ma col sorriso sulle labbra». È l’autoritratto di Claudia Taini, 53 anni, nata a Milano, in Abruzzo da...
CHIETI. «Il razzismo? Un’aberrazione anacronistica. E se mi chiamano polentona dico che è vero, ma col sorriso sulle labbra». È l’autoritratto di Claudia Taini, 53 anni, nata a Milano, in Abruzzo da 30 anni, vegetariana, animalista convinta e leghista.
La consulente finanziaria, che vive da due decenni a Ripa Teatina, è candidata alle europee sotto il segno del «Carroccio». Si è trasferita dalla sua terra d’origine per lavoro. «Doveva essere una esperienza di qualche anno» racconta «ma questa terra mi ha incantata e sono rimasta». Poi la ciliegina sulla torta, oltre al lavoro, Taini in Abruzzo trova anche l’amore. La candidata alle europee parla volentieri di se e i suoi toni restano sempre pacati anche quando le domande hanno il sapore della provocazione. «Una leghista a Ripa?» dice ripetendo la domanda «e perché no? I movimenti federalisti hanno come obiettivo la tutela e la difesa dei territori, dei cittadini, dei lavoratori. I problemi esistono su tutto lo Stivale, Non a caso» rimarca «esistono una Lega Nord e una Lega dud. Il federalismo» insiste «è la presa di coscienza dei tanti mali da curare. Dai problemi della piccola contrada al paese, per arrivare alla città, la nazione, l’Europa».
Ripa Teatina è un paese dove il tasso di emigrazione è stato molto alto. Rocky Marciano a parte, tutti gli altri, negli anni 50 e 60 sono partiti con il proverbiale spago attorno la valigia di cartone per cercare fortuna altrove. Spesso non trovandola. Storie di ordinaria disperazione che si ripetono, ma al contrario.
« Provo grande pena per tutti quegli immigrati che tentano di raggiungere il nostro Paese per una vita migliore. A loro va tutta la mia solidarietà» ammette Taini con la sensibilità di chi svolge quotidianamente volontariato sulle ambulanze «ma..» sostiene e qui riemerge la fede leghista «il dato di fatto è che su questo e molti altri problemi non prendiamo che calci in facci dall’Europa la quale pretende da noi impegni che non possiamo più “numericamente” contenere. Abbiamo il dovere morale di aiutare quella povera gente che rischia di morire affogata ad ogni traversata clandestina, ma l’Europa non è solo composta dall’Italia e gli Stati che la compongono, come si fa in una grande famiglia, vanno responsabilizzati. Una emergenza così grave deve coinvolgere tutti». E il razzismo tra gente del nord e gente del sud?
«Invece che terrona, qualcuno credendo di offendermi mi dà della “polentona”» racconta divertita «io rispondo che è vero perché a casa mia la polenta si mangia tre volte a settimana...Ma credo che il razzismo tra settentrione e meridione, tra bianchi e neri sia sul viale del tramonto. Oggi la vera contrapposizione da combattere è quella che intercorre tra oppressi e oppressori. Sono un’idealista lo ammetto» conclude «e credo che la politica debba unire e non scavare fossati tra i diversi schieramenti. Abbassiamo i toni della voce e alziamo il senso di responsabilità nei confronti del bene comune».
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