«Clima teso, colpa dei profughi»

3 Maggio 2014

La lettera del sindaco ad Alfano: escludi Chieti dalle città degli immigrati

CHIETI. Chieti «non ha strutture in alcun modo adattabili ad ospitare questa povera gente disperata».

Sono le parole di una lettera che il sindaco Umberto Di Primio ha scritto al ministro dell’interno Angelino Alfano, al responsabile dello stesso dicastero, al prefetto Fulvio Rocco De Marinis, e per conoscenza al presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Piero Fassino.

Il primo cittadino sottolinea come l’emergenza immigrazione non sia un problema italiano ma europeo, come le terre cui approdano i migranti non sono confine tra Italia e Nord Africa ma tra Europa e terzo mondo.

«Non posso non rilevare che la presenza di migranti nella mia città», si legge nella lettera, «comporti da una parte i disagi per le forze dell’ordine, costrette a una difficile se non impossibile attività di controllo, dall’altra costringe i migrandi a sistemazioni di fortuna in luoghi comunque problematici».

Il sindaco Di Primio chiaramente chiede al ministro Alfano che «non vengano più assegnati alla nostra prefettura contingenti di migranti che iniziano a costituire motivo di tensioni sociali per la mia comunità».

Di Primio aggiunge che i sindaci non possono più sopportare le spese che tale situazione genera, «spese», osserva nella lettera ad Alfano, «che vanno ben oltre quelle impegnate dal Governo per ospitare i migranti, ma soprattutto non hanno più capacità, spazio, mezzi e persone per dare dignitosa ospitalità a queste donne, bambini ed al contempo garantire sicurezza e pace sociale nelle città individuate».

«Pertanto», conclude il primo cittadino, «torno ad appellarmi a voi perché Chieti sia esclusa dalle città ospitanti i migranti, per oggettiva impossibilità di riceverli».

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