Cocaina dietro il bancone dell’ortofrutta, altra droga nascosta in casa: arrestato

Ai domiciliari un 36enne che gestisce un negozio in viale Croce. Il controllo della Volante è scattato dopo che un giovane uscito dall’attività, alla vista della pattuglia, era scappato
CHIETI. Custodiva la droga dietro il bancone del suo negozio di ortofrutta e in un armadio di casa. Gian Marco Leonzio, teatino di 36 anni, è stato arrestato dai poliziotti della squadra volante di Chieti, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, dopo che gli agenti del sostituto commissario Andrea D’Angelo gli hanno sequestrato circa 8 grammi di cocaina e 154 grammi di cannabinoidi. L’indagato, difeso dall’avvocato Alessandra Supino, ha respinto le accuse nel corso dell’interrogatorio di ieri mattina, sostenendo che l’hashish fosse per uso personale e che la bustina con la cocaina era stata messa lì da qualcuno che voleva fargli un dispetto. Si tratta di dichiarazioni ritenute non credibili e illogiche dal giudice per le indagini preliminari Andrea Di Berardino che, su richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Ciani, ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare dei domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Il blitz scatta mercoledì sera, verso le nove. Gli uomini dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, impegnati in un altro intervento, notano un giovane che sta uscendo dal negozio di viale Benedetto Croce. Il ragazzo, alla vista della pattuglia, scappa e fa perdere le sue tracce. A quel punto i poliziotti, insospettiti per quella fuga apparentemente inspiegabile, entrano nell’ortofrutta gestito da Leonzio, che già in passato ha riportato condanne in materia di reati legati agli stupefacenti ed è in prova al servizio sociale. Il trentaseienne nasconde repentinamente una bustina contenente una sostanza di colore chiaro. Nel corso della successiva perquisizione gli agenti trovano dietro il bancone, all’interno di una scatola, un involucro termosaldato con la cocaina e altri involucri con 50 grammi di cannabinoidi, nonché un bilancino elettronico, alcuni grammi di mannitolo (notoriamente sostanza da taglio per “allungare” la cocaina), due fogli in cellophane per preparare le dosi, una macchina per il sottovuoto e una forbice ancora intrisa di stupefacente.
La polizia decide di passare al setaccio anche l’abitazione del giovane, in via Vittorio Veneto. Qui, in un armadio nella camera da letto degli ospiti, sono custoditi circa 100 grammi di cannabinoidi, un altro bilancino, un’altra macchina per il sottovuoto, un rotolo di cellophane, vari ritagli di buste e 105 euro in contanti.
Secondo il giudice, la gravità dell’episodio è legata alla circostanza che gli agenti hanno colto sul fatto un acquirente della sostanza stupefacente, ovvero il ragazzo fuggito alla vista della pattuglia, e che l’attività di spaccio si stava consumando addirittura durante l’orario di affidamento in prova al servizio sociale, misura applicata a Leonzio dal tribunale di sorveglianza dell’Aquila. Per il gip, dunque, nei confronti del trentaseienne – «stabilmente inserito nel mercato» della droga – vanno disposti gli arresti domiciliari per «tutelare la salute pubblica» e per evitare che il negozio da lui gestito continui a essere «volano di diffusione della sostanza stupefacente anche tra i giovani».
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