San salvo, porto turistico

Consigliere denuncia «Ho subito minacce»

SAN SALVO. Maggioranza di centrodestra d’accordo sull’uscita del Comune dalla società che gestisce il porticciolo turistico e sulla vendita delle quote, tranne un esponente del Pdl. Il dibattito...

SAN SALVO. Maggioranza di centrodestra d’accordo sull’uscita del Comune dalla società che gestisce il porticciolo turistico e sulla vendita delle quote, tranne un esponente del Pdl. Il dibattito sulla capitalizzazione della darsena ha prodotto il dissenso di un consigliere comunale del centrodestra, Rino Maiale che, oltre ad abbandonare l’aula al momento del voto insieme alle minoranze (San Salvo democratica, Pd e Centro democratico), ha denunciato pubblicamente di essere stato minacciato. Qualcuno, ha riferito il rappresentante del Pdl, avrebbe tentato di “dissuaderlo” dal manifestare la propria contrarietà. Una posizione che ha dato lo spunto all’opposizione per sferrare un duro attacco all’amministrazione comunale e per esprimere solidarietà a Maiale.

«Nei giorni precedenti il consiglio comunale abbiamo assistito a prese di posizione anche pubbliche di consiglieri di maggioranza contrari alla capitalizzazione del porto», dicono al Partito democratico rappresentato in aula da Arnaldo Mariotti e Luciano Cilli, «alla fine solo Maiale è stato coerente e per questo merita rispetto al contrario degli altri che in privato gonfiano il petto e in consiglio chinano la testa. La coerenza e il coraggio sono virtù da apprezzare anche negli avversari. Per questo esprimiamo solidarietà al consigliere minacciato nel pieno delle sue funzioni istituzionali».

Che la capitalizzazione del porto fosse uno degli argomenti più caldi all’ordine del giorno dell’assemblea civica convocata dal presidente Eugenio Spadano lo si era capito subito. Il piano prevede l’ingresso di nuovi capitali privati e una ulteriore diminuzione delle quote detenute dal Comune (21 per cento) intenzionato a uscire definitivamente dalla società che gestisce il porticciolo turistico e a vendere il proprio pacchetto azionario. Secondo il sindaco Tiziana Magnacca «non si tratta di una scelta politica ma di un obbligo di legge: un decreto del 2010 impone ai comuni con una popolazione inferiore ai 30 mila abitanti di dismettere le società partecipate».

Le minoranze, che parlano di “svendita”, hanno manifestato la loro netta contrarietà. «Stiamo consegnando il porticciolo in mano ai privati», attacca l’ex sindaco Gabriele Marchese, consigliere comunale di San Salvo democratica, che si dice favorevole a una governance diffusa. (a.b.)

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