Il professor Jacopo Vecchiet, primario della clinica Malattie infettive dell'ospedale Santissima Annunziata di Chieti

CHIETI

Coronavirus: torna a respirare da solo 47enne curato con farmaco già utilizzato per l'Ebola

Reagisce positivamente alla terapia, dopo tre settimane in Rianimazione, paziente seguito dall'équipe del professor Vecchiet

CHIETI. Liberato dalla sonda che gli consentiva di respirare un paziente di 47 anni, affetto da Covid-19, dopo tre settimane trascorse nella Rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Chieti. L'uomo, seguito dall'équipe diretta dal professor Jacopo Vecchiet, primario della clinica di Malattie infettive, ha reagito positivamente al trattamento a base di Remdesivir, farmaco noto per essere stato utilizzato in precedenza anche contro l'Ebola.

A partire da oggi, la clinica teatina si servirà anche di un nuovo farmaco, l'anti-interluchina 1, il cui principio attivo è il canakinumab e il cui nome commerciale è Ilaris, già utilizzato con buoni risultati in alcune strutture sanitarie lombarde. A differenza di anti-interluchina 6, a base di tocilizumab, la cui somministrazione è possibile soltanto sui pazienti in condizioni critiche e per via endo-venosa, anti-interluchina 1 può essere somministrato sotto cute e in una fase antecedente rispetto all'altro farmaco.