D’Ortona: gli aumenti Imu potevano essere evitati

19 Dicembre 2013

LANCIANO. «I lancianesi dovranno pagare circa 800 mila euro di Imu sulla prima casa, una media di 80 euro a famiglia». Il consigliere comunale di opposizione, Manlio D'Ortona (ex Pdl), torna sulla...

LANCIANO. «I lancianesi dovranno pagare circa 800 mila euro di Imu sulla prima casa, una media di 80 euro a famiglia». Il consigliere comunale di opposizione, Manlio D'Ortona (ex Pdl), torna sulla questione tasse per attaccare la giunta Pupillo. In questi giorni il governo ha confermato che a pagare l'imposta sulla prima casa saranno i Comuni che hanno innalzato l'aliquota per il 2013: la differenza tra aliquota base al 4 per mille e quella aumentata sarà coperta per il 60% dallo Stato e per il restante 40% dai contribuenti. La scadenza del pagamento è slittata al 24 gennaio. Per coprire il taglio di un milione di euro nei trasferimenti statali, l'amministrazione guidata dal sindaco Mario Pupillo - come tante altre in Italia- aveva deciso l'innalzamento dell'aliquota Imu dal 5 al 6 per mille, sperando nell'intera copertura da parte del governo. Ma così non è stato. Considerando circa un milione di euro per ogni punto, il consigliere di minoranza calcola che in città l'Imu sulla prima casa ammonta a circa due milioni di euro. Di questi il 40%, circa 800 mila euro appunto, saranno a carico dei contribuenti. Per D'Ortona questa situazione poteva essere evitata. «Bisognava rimodulare il bilancio di previsione con nuovi obiettivi e una distribuzione diversa delle risorse e, quindi, della pressione fiscale», spiega l'esponente di opposizione, «se lo Stato trasferisce meno risorse non si può decidere di aumentare in modo proporzionale la parte mancante, aumentando semplicemente le tasse. É banale e scontato. Manca una progettualità ambiziosa e una visione di crescita della città che preveda la possibilità di introitare risorse straordinarie utilizzando, per esempio, le leve urbanistiche. Ma occorre partire cominciando dalla fine, ovvero con largo anticipo rispetto alle scadenze. L'approccio amministrativo evidenziato, invece, è il solito approccio da ordinaria amministrazione». Secondo D'Ortona sarebbero inopportune anche le giustificazioni portate dall'esecutivo Pupillo. «I Comuni che hanno deliberato per il 2013 un'aliquota sulla prima casa superiore al 4 per mille, e che costringeranno i cittadini a passare alla cassa», incalza il consigliere comunale, «sono 2.391 su poco più di 8 mila, secondo le analisi del centro studi dell'Associazione nazionale dei Comuni. I Comuni con l'aliquota al massimo livello possibile, come Lanciano, sono solo 338. Sono, invece, 5.702 i municipi dove quest'anno, grazie ai decreti del governo che hanno cancellato le rate di giugno e dicembre, non si pagheranno tasse sulla prima casa. La risposta, rispetto a chi sostiene che era un aumento inevitabile, mi sembra ovvia».

Stefania Sorge

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