Dallo Stato 700mila euro E la giunta riduce le tasse

Il ministero delle Finanze riconosce l’errore contabile nel passaggio dall’Ici all’Imu Soldi indietro anche ad Atessa e San Vito. Salassi per Vasto, Fossacesia e Casoli

LANCIANO. Arrivano nelle casse comunali 687mila euro in più di Imu 2013. Lo Stato ha riconosciuto al Comune di Lanciano l’errore di calcolo nel passaggio dall’Ici alla nuova imposta sulla casa, caso unico in Abruzzo. La somma ridà ossigeno al bilancio dell’ente e fa ben sperare sul fronte di una riduzione della pressione fiscale. La comunicazione del ministero dell’Economia e delle finanze arriva martedì, a fine giornata. Le verifiche effettuate dopo il pagamento dell’Imu nel 2013 portano due buone notizie per l’amministrazione Pupillo.

La quota sull’imposta pagata dai contribuenti lancianesi che il governo trattiene ammonta a 2.292.980 euro (su circa 11 milioni incassati in totale), mentre quella che spetta a Lanciano, come ripartizione del Fondo di solidarietà comunale che ha sostituito i trasferimenti erariali, passa da 3.200.000 euro a 3.867.610 euro. Della somma in più riconosciuta all’ente frentano, 83.543 euro arrivano dalle verifiche effettuate dal ministero dopo i pagamenti dell’imposta. Atessa dovrà riavere, ad esempio, 12mila euro, San Vito 13mila, Castel Frentano 7mila euro circa. Altri Comuni, al contrario, dovranno restituire delle somme: Fossacesia 116mila euro, ad esempio, Casoli quasi 50mila, Vasto addirittura 600mila euro.

Ma nelle casse comunali la parte più cospicua, 604mila euro, arrivano dalla particolarità del caso lancianese. «C’era stato un errore di calcolo nel passaggio dall’Ici all’Imu», spiega l’assessore alle finanze, Valentino Di Campli (Pd), «nel conteggio dei trasferimenti assegnati nel 2012 e nel 2013 lo Stato aveva negato a Lanciano una quota di trasferimenti: per il 2012 ammontano a 900mila euro e per questa somma il Comune ha presentato ricorso al Tar, che non ancora viene discusso. Per il 2013 abbiamo chiesto una revisione al ministero, che oggi ci ha dato ragione. Per questo risultato ringrazio l’ufficio tributi, il consigliere Antonio Bianco che a Roma ha seguito l’iter e il sottosegretario Giovanni Legnini».

Alla base dell’errore c’era il mancato incasso dell’Ici e dell’Imu sui terreni diventati edificabili dal 2009 con il nuovo piano regolatore. Con oltre 600mila euro all’anno in più il bilancio comunale potrà respirare. «Era uno dei dati importanti che mancava per chiudere il bilancio di previsione (manca ancora la ripartizione dei 625 milioni della mini-Imu, ndc)», sottolinea l’assessore Di Campli, «sicuramente si terrà conto di questa cifra nella definizione delle nuove aliquote Tari, Tasi e Imu». Si apre, quindi, uno spiraglio sul fronte tasse. (s.so.)

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