genitori uccisi

Del Vecchio al Pm: «Ero drogato non ricordo nulla»

VASTO. Quattro ore. Tanto è durato ieri mattina l’interrogatorio di Marco Del Vecchio. Il trentottenne vastese accusato di avere ucciso sette mesi fa entrambi i genitori, Emidio Del Vecchio, 72 anni,...

VASTO. Quattro ore. Tanto è durato ieri mattina l’interrogatorio di Marco Del Vecchio. Il trentottenne vastese accusato di avere ucciso sette mesi fa entrambi i genitori, Emidio Del Vecchio, 72 anni, e Adele Tumini, 68 anni, assistito dal proprio legale, l’avvocato Raffaele Giacomucci, ha accettato di rispondere alle domande del sostituto procuratore Enrica Medori. «Del Vecchio ha ripercorso la propria vita, ha raccontato la sua discesa agli inferi a causa della droga e ha assicurato di non ricordare nulla di quello che accadde la sera dell'omicidio, il 17 novembre 2012, proprio perché aveva assunto droga e alcol in dosi massicce», spiega l’avvocato Giacomucci.

L’interrogatorio. Il magistrato è arrivato nel carcere di Torre Sinello poco prima delle 9. Alle 9,30 è iniziato l’interrogatorio. Le 13 erano abbondantemente passate quando il Pm e il difensore di Del Vecchio hanno lasciato il carcere. «Marco Del Vecchio sostiene di essere ripiombato nel tunnel della droga dopo un periodo trascorso a Bologna in un centro di recupero. Ricorda di avere assunto droga lo stesso pomeriggio in cui i suoi genitori furono uccisi. Alla droga aggiunse alcol. Cosa fece dopo e dove dormì non lo sa. Quando la mattina dopo ha visto arrivare i carabinieri ha avuto paura ed è scappato ma assicura di non sapere di cosa fosse accusato», racconta Giacomucci. «Ha spiegato di avere con sè un coltello per difendersi». Per la prima volta dunque Marco Del Vecchio, che fino a oggi aveva sempre negato di essere l'autore del duplice omicidio, ha ammesso di avere la mente offuscata da un buco nero.

Lo psichiatra. L’ammissione dell’imputato non stupisce il perito della difesa che lo ha incontrato due mesi fa. Francesco Bruno, il criminologo e psichiatra nominato da Giacomucci, al termine di un lungo colloquio parlò di una “personalità disturbata. La gestualità, la mimica, le reazioni e le risposte fornite da Del Vecchio durante il faccia a faccia rivelano che Del Vecchio è una persona che non sempre è razionale”, disse il criminologo. Di tutt’altro avviso le conclusioni del professore Ferruccio Canfora, perito della Procura.

La parte civile. La reazione dell’avvocato Gianni Menna, il legale della figlia delle vittime, Nicoletta Del Vecchio, che è anche sorella dell’indagato, è di sconcerto. «Marco Del Vecchio continua ad avere un atteggiamento non collaborativo e che ha il solo scopo di sviare le indagini e dare più lavoro agli inquirenti», afferma Menna. «L'intossicazione dedotta da stupefacenti preordinata e finalizzata al compimento di un crimine comporta un aggravamento della pena. L’indagato dice di non ricordare eppure quella sera compì una serie di atti che rivelano razionalità», afferma l’avvocato.

La Procura. Le prossime decisioni saranno prese dalla Procura in base agli elementi e alle testimonianze raccolte, ai risultati del Ris, e alle dichiarazioni dell'imputato.

Paola Calvano

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