Delitto di Casalbordino, l'omicida chiede perdono

Il difensore dell’agricoltore: anche i suoi familiari provati dalla tragedia. Le guardie giurate del Wwf: gravi carenze nella vigilanza venatoria
CASALBORDINO. Perdono ad Angelica e Francesca, le figlie di Gabriele; comprensione ai familiari dell’amico ucciso; rispetto per la propria famiglia, vittima incolpevole del dramma che ha sconvolto la sua vita. F.T., 60 anni, l’agricoltore di Casalbordino che ha confessato ai carabinieri di avere ucciso per errore con una fucilata l’amico Gabriele Di Tullio, 54 anni, invoca pietà. Lo fa attraverso il proprio legale, l’avvocato Giovanni Cerella. «Il mio cliente è un uomo distrutto. Piange e continua a chiedere perdono. La moglie e i figli hanno paura che possa commettere una sciocchezza. Anche loro sono molto provati», assicura il legale. «Questa tragedia ha sconvolto la vita di molte persone», dice Cerella.
Angelica, 24 anni, e Francesca, 13 anni, orfane di madre da 5 anni, ora hanno perso anche il padre. Le due sorelle cercano di farsi forza a vicenda. «Sono due ragazze eccezionali che stanno vivendo il dolore con grande dignità. Sono state le ultime a vedere il padre in vita e vogliono ricordarlo così, sereno e gioviale», raccontano in paese.
Tanti i cittadini che hanno visitato la tomba in cui riposa Gabriele Di Tullio, l’alfiere della pace, ucciso da un colpo di fucile mentre raccoglieva pannocchie di granturco sulla terra del fratello Alfonso.
L’incidente è avvenuto domenica sera fra le 22,30 e le 23. F.T. ha raggiunto la campagna di Alfonso Di Tullio. Il bracconiere sapeva che la presenza del granturco richiamava nella zona ogni sera decine di cinghiali. All’improvviso ha sentito il rumore delle piante spezzate e visto un’ombra che si muoveva. Convinto si trattasse di un cinghiale ha premuto il grilletto. «Quando ha capito l’errore è stato preso dal panico. Pensava di non poter fare più nulla per l’amico ed è scappato», racconta l'avvocato Cerella.
Spetterà a Pietro Falco, il medico legale nominato dalla Procura, stabilire se Di Tullio poteva invece essere soccorso e salvato. L’esame autoptico parla di morte per dissanguamento sopraggiunta presumibilmente a distanza di circa mezz’ora dal ferimento. Se le indagini tecniche dovessero confermare questa ipotesi, F.T. potrebbe essere incriminato oltre che per omicidio colposo anche per omissione di soccorso.
Intanto non si placa la polemica sul bracconaggio. I carabinieri, su disposizione del comando provinciale, hanno avviato controlli di prevenzione notturna nelle zone maggiormente battute dai bracconieri, soprattutto contrada Miracoli, San Pietro sud e in prossimità della riviera. Una notizia che farà piacere al Wwf.
«Siamo vicini ai familiari della vittima e speranzosi che tutte le autorità preposte alla sicurezza dei cittadini non ignorino quanto accaduto», scrivono le guardie giurate ambientali. «Noi stesse, guardie volontarie, temiamo per la nostra incolumità, per quello che può capitare durante i controlli notturni o al crepuscolo», segnala Claudio Allegrino, coordinatore delle guardie giurate volontarie del Wwf. «Già nel 2001 con il dossier “Bracconaggio in Abruzzo” denunciammo le gravi carenze nella vigilanza venatoria e le pessime condizioni in cui ci troviamo ad operare. La presenza dei cinghiali ha aumentato il numero si cacciatori che premono il grilletto in tempi, modi e luoghi vietati dalla legge. Nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione provinciale non è stato fatto nulla di concreto per risolvere il problema», afferma Allegrino.
Dello stesso parere il consigliere provinciale del Pd, Camillo D’Amico. «La morte di Gabriele Di Tullio è stata purtroppo una tragedia annunciata. Da anni lamentiamo la presenza dei cacciatori di frodo. Spesso le associazioni venatorie sono contro di noi. Chiediamo al centrodestra, alla guida della Provincia, e in particolare al consigliere provinciale delegato, Giovanni Staniscia, di far sapere all’opinione pubblica quando sarà finalmente adottato un programma in grado di disciplinare la materia ed evitare rischi mortali per i cittadini», afferma D'Amico.
Paola Calvano
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