Tagli alle spese

Dipendenti in ferie forzate alla Provincia di Chieti

Gli uffici restano al gelo perché anche l’operaio del riscaldamento rimane a casa

CHIETI. Provincia di Chieti al freddo e al buio. Non metaforicamente parlando ma proprio nella realtà. Lunedì mattina, infatti, i partecipanti alla presentazione della ventisettesima edizione del Lunario, evento ospitato nella sala consiliare della Provincia, si sono accorti subito che qualcosa non andava. Dalle scale non spazzate da tempo, agli uffici vuoti, al riscaldamento non funzionante. Ci hanno provato in diversi ad attivare l’impianto di riscaldamento della sala consiliare, ma niente da fare, il convegno si è tenuto tra brividi di freddo e cappotti indossati, relatori compresi. Qualcuno avrà pensato che il nuovo presidente, Mario Pupillo, stava tentando di stringere talmente la cinghia da chiudere persino il riscaldamento della sala consiliare nonostante il convegno. Tutto per risparmiare al massimo e non finire in dissesto economico finanziario. In realtà non era così.

Non c’è stato alcun ordine del presidente Pupillo: è che, semplicemente, non si è trovato nessun addetto in grado di far partire l’impianto di riscaldamento. E questo perché buona parte del personale dell’ente era in ferie, a casa dal 24 dicembre al 6 gennaio. Ferie non scelte, ma forzate. Programmate, ci hanno detto, per esigenze superiori. L’Amministrazione provinciale, però, non era del tutto sguarnita. Al lavoro c’erano i dipendenti dei cosiddetti servizi essenziali. Molti uffici risultavano comunque vuoti e al buio. Problemi non ci sono stati solo per gli ospiti del convegno ma pare anche per alcuni uffici delle istituzioni che dividono la stessa sede con gli uffici della Provincia, rimasti anche loro al freddo, senza nessuno a cui chiedere di far ripartire il riscaldamento. Un periodo così lungo di ferie forzate sotto Natale non si è mai visto in Provincia di Chieti.

D’altronde l’ente, da tempo dichiarato strutturalmente deficitario, non ha mai attraversato un periodo economicamente così difficile come quello di questi ultimi mesi. Forza lavoro rimandata a casa, impossibilità di far fronte pienamente ai compiti principali, come la manutenzione di strade e scuole, e proprio negli istituti scolastici riscaldamento razionalizzato, con accensione programmata solo per poche ore al giorno. E su tutto la spada di Damocle dell’incertezza sul futuro con i nuovi tagli sanciti dalla Legge di stabilità. Il rischio è il blocco dei servizi essenziali, dalla scuola, alle politiche sociali, alla manutenzione stradale.

L’unica buona notizia è arrivata dalla Regione, che, svegliatasi dal torpore in cui sembrava averla gettata la riforma Delrio, ha deciso di assicurare (con fondi comunitari) almeno sino al 31 maggio il funzionamento dei centri per l’impiego della Provincia che altrimenti si sarebbero fermati dal primo gennaio. Sono stati infatti prorogati oltre venti contratti del personale a tempo determinato. Si sta cercando ora di trovare la strada per prorogare anche gli altri contratti: sono una quarantina.