Disabili, niente assistenza nei festivi

Appello dell'Anffas al Comune: servizio previsto dal piano di zona locale

CHIETI. Assistenza ai disabili anche nei giorni di festa. Lo prevede la scheda Area disabilità nell'azione «Assistenza domiciliare e aiuto personale» del piano di zona locale, ma l'11 maggio, festa del Santo patrono, non è stata garantita alle famiglie.

In vista del 2 giugno, festa della Repubblica, il problema di potrebbe ripresentare.

L'Anffas scende in campo e chiede che il servizio funzioni, perché non c'è domenica o festa che tenga alle esigenze di vita di tante persone con handicap e di famiglie che per qualsiasi ragione non possono garantirgliele. «Abbiamo segnalato la spiacevole vicissitudine dell'11 maggio», dicono dall'associazione per la tutela dei disabili intellettivi e relazionali, «al Comune e alla Chieti Solidale, evidenziando che, per i casi gravi con patologie fortemente invalidanti, ove è necessario che la persona disabile sia lavata, vestita e alimentata, non si possa interrompere il servizio».

L'ente municipale non è stato sordo alla richiesta.

«Abbiamo sollecitato il Comune a garantire il servizio ai casi gravissimi», continuano dall'Anffas, «riscontrando attenzione e sensibilità sia dell'assessore Emilia De Matteo, che del dirigente del 2º settore, Alfredo Angelucci e del funzionario Elisabetta Raspa».

La presidente dell'Anffas, Gabriella Casalvieri, tiene a sottolineare che questa è una battaglia per tutti i disabili, non solo quelli assistiti dall'associazione che presiede.

«Purtroppo ci sono diverse situazioni», racconta, «in cui il disabile vive con genitori anziani, che non sono in grado, da soli, di aiutarlo nelle pratiche di vita quotidiana. E' per questo che la previsione di servizi festivi domiciliari è così importante. Siamo certi che dopo la sensibilità dimostrata dagli esponenti del Comune il 2 giugno e per tutte le festività non si verificheranno più sospensioni e l'assistenza verrà garantita ai disabili gravi a supporto dei nuclei familiari deboli».

I genitori dall'Anffas concludono: «Queste lotte non sono sempre comprese e condivise da una società che mette in primo piano altri valori ma siamo altrettanto certi che ancora esiste una parte sana della società, che si reputa civile soltanto se a tutti i cittadini vengono garantiti pari opportunità di vita».

Ora non resta che aspettare.

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