Dragaggio del porto i fondi regionali fermi da un anno

Il sindaco Lapenna: anche sul Prg non si hanno più notizie intanto Pilkington riceve merci dallo scalo di Salerno

VASTO. La leva che può risollevare l’economia del Vastese è il porto di Punta Penna. Lo dicono gli industriali, ne è convinto il sindaco, Luciano Lapenna, lo ribadiscono i sindacati. L’annuncio della Regione, un anno fa, di un finanziamento di due milioni per il dragaggio del bacino è rimasto sulla carta. E non è tutto. «Da cinque anni aspettiamo che la Regione si pronunci sull’adozione del nuovo piano regolatore portuale», ricorda esasperato Lapenna. «Intanto i turisti diretti alla Tremiti devono andare in Molise o nelle Marche e gli industriali, compresa la Pilkington, sono costretti a spedire e ricevere le merci dal porto di Salerno. È assurdo e dannoso», protesta il primo cittadino.

Garantire il miglioramento delle condizioni di operatività è un passaggio importante. Nonostante la crisi, il porto ha registrato il raddoppio, rispetto all’anno prima, delle tonnellate di stazza lorda di merce caricata e scaricata. Negli ultimi mesi hanno attraccato a Punta Penna imponenti cargo diretti in Sudamerica. Il bacino è guardato con interesse anche dai Paesi dell’Est.

«Potrebbe diventare un importante crocevia del sistema integrato d’infrastrutture, ma la Regione si è dimenticata di Vasto», protesta Lapenna.

La ripresa economica a giudizio di Confindustria fa perno sul porto istoniense. Ne sono convinti anche i sindacati. Il concetto è stato ribadito lo scorso fine settimana da Mario Codagnone, segretario regionale della Cgil in occasione di un summit sul settore utomotive.

«Punta Penna non può risolvere, ma può lenire la crisi e aiutare il territorio a superarla. Per convincere Pilkington a restare in Abruzzo va potenziato il porto», insiste Codagnone. Anche per Confindustria il futuro del porto e quello dell’industria sono indissolubilmente legati. «Sul porto di Punta Penna sono state fatte scelte importanti e investimenti orientati allo sviluppo delle attività attraverso il nuovo piano regolatore. Dal 2007 aspettiamo l’adozione».

Il sindaco lo ha detto pubblicamente nel corso della visita vastese dell’amminstratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni. «Abbiamo uno scalo che tante regioni ci invidiano. Va sviluppato e adeguato alle esigenze degli operatori. È una condizione per tornare a crescere», insiste. (p.c.)

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