E il Wwf propone: niente spari nei giorni festivi 

«Troppi episodi, più o meno gravi, che coinvolgono sia cacciatori sia persone estranee all’attività venatoria». Il Wwf Abruzzo interviene con una serie di proposte all’indomani dell’ennesimo...

«Troppi episodi, più o meno gravi, che coinvolgono sia cacciatori sia persone estranee all’attività venatoria». Il Wwf Abruzzo interviene con una serie di proposte all’indomani dell’ennesimo incidente di caccia nelle campagne abruzzesi. Per l’associazione «le cause degli incidenti sono il più delle volte da ricercare nel mancato rispetto delle distanze minime da strade e centri abitati, dalla tendenza a sparare senza inquadrare con sicurezza il “bersaglio”, dalla pratica della braccata, un tipo di caccia tra le più cruente, che richiede comunque un grado di perizia maggiore e un’ottima conoscenza dell’habitat circostante e che può risultare ancora più rischiosa se praticata in zone frequentate da civili». «Continueremo sempre a sottolineare come la caccia sia per molti aspetti incompatibile con altre attività di fruizione degli spazi naturali», dichiara Filomena Ricci, delegato del Wwf Abruzzo, «oggi molto più frequentati rispetto a qualche decennio fa. Tutto ciò è incompatibile con l’azione armata». Il Wwf Abruzzo chiede di attuare con urgenza una serie di provvedimenti: incrementare l’attività di vigilanza, limitare l’uso di armi in grado di sparare a grandi distanze, effettuare maggiori verifiche sulle licenze di caccia, in particolare per le persone sopra i 65 anni di età, intensificare i controlli anche in ordine all’uso e alla detenzione di sostanze alcoliche prima e durante l’attività venatoria, vietare l’attività di caccia nei giorni festivi e nelle aree frequentate da escursionisti e fruitori della natura. (s.so.)