E Rocca rivendica il “mi piace” di Facebook
Al Palio dei fuochi la Commare di fiori: l’offerta di amicizia che anticipa di 300 anni il social network
ROCCAMONTEPIANO. Dalla frana che nel 1765 distrusse Montepiano, proprio nel giorno sacro a San Giovanni Battista, alla riscoperta dei riti arcaici e precristiani che nei millenni hanno celebrato il solstizio d’estate. Compresa la “commare di fiori”, la profferta di amicizia fatta con il mazzolino di fiori di campo per rinsaldare vecchi rapporti, crearne uno nuovo tra sconosciuti e comporre inimicizie nel più sincero spirito di comunità. E c’è già chi vede in questa antica pratica l’annuncio della rete di amicizie senza confini geografici lanciate dai network sociali nel villaggio telematico globale. Ma qui lo sguardo è rivolto al passato senza concessioni alla modernità. Il piccolo borgo-giardino plasmato dalla calamità di 249 anni fa sui resti dell'antico paese arroccato sotto la Maielletta ha infatti ricordato ieri notte la sua storia primordiale. Il “Palio dei fuochi di San Giovanni” ha avuto però vincitori e premiati da consegnare all’albo d’oro già ricco di 15 edizioni, tanto pubblico fino a oltre la mezzanotte e chiusura in festa con i piatti dell’umile gastronomia di strada di una volta, come sagne e fagioli e panino con la frittata. Per la cronaca, la palma del falò più spettacolare è andata alla contrada Sant’Angelo, premiata dal sindaco Orlando Donatucci e dal presidente di Pro loco, Daniele Di Nardo. Un grande ruolo nell’organizzazione l’hanno avuto i giovani riuniti sotto l’associazione Way, acronimo appunto di we are young. Festa di paese a uno sguardo superficiale, il Palio roccolano è carico di misteri antichi, appena incrostati di nuova patina dalla cristianizzazione. «Il Battista», spiega Donatucci, «coincide nella nascita fissata al 24 giugno, il giorno del solstizio, con il punto più alto del sole che i pagani veneravano tra gli dèi. E perpetua col battesimo del Cristo la carica vitale dell’acqua pura, sorgiva, laddove Gesù che nasce esattamente sei mesi dopo rappresenta in questo parallelismo tra sacro e profano la rinascita della natura dopo la stagione buia». Luoghi e trama della lunga festa hanno di fatto steso un ponte ideale con la notte dei tempi.
Francesco Blasi