«Ex Asl truffata sui rifiuti» A giudizio il patron Maio

Contestato un raggiro di oltre 400 mila euro all’ex azienda di Avezzano-Sulmona Il difensore Codagnone: errori nelle indagini che chiariremo in udienza

LANCIANO. Una presunta truffa nel calcolo del peso dei rifiuti liquidi ospedalieri effettivamente ritirati e pagati dalla ex Asl Avezzano-Sulmona alla Maio Guglielmo srl, manda a processo Francesco Maio, patron della Virtus Lanciano, quale legale rappresentante della ditta che si occupa proprio dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri.

Secondo l’accusa, infatti, la Maio srl avrebbe riempito per metà i bidoni in cui finivano i rifiuti liquidi degli ospedali di Avezzano, Sulmona, Pescina, Tagliacozzo e Castel di Sangro, ma avrebbe incassato la cifra relativa allo smaltimento come se i bidoni fossero pieni.

Da qui l’accusa di truffa, per 421mila euro e il rinvio a giudizio per Maio al 10 aprile 2014, deciso dal giudice per le udienze preliminari, Flavia Grilli. Si legge sul campo di imputazione che Maio “in qualità di legale rappresentante della ditta Maio Guglielmo, con sede legale in Atessa, affidataria del servizio di smaltimento dei rifiuti per conto della Asl Avezzano Sulmona, con artifizi e raggiri avrebbe contabilizzato il ritiro dei rifiuti sanitari liquidi come se fosse avvenuto in contenitori interamente riempiti, a un prezzo di 3,5 euro al chilo per complessivi 171.760 chili, a fronte di un ritiro di contenitori solo parzialmente riempiti corrispondenti a un quantitativo pari a 51.316 chili, inducendo così in errore la Asl sul reale quantitativo di rifiuti prelevati e smaltiti così procurandosi un ingiusto profitto pari a 421.552 euro”.

La cifra deriva dalla differenza tra i 601.160 euro pagati dalla ex Asl per i 171mila chili di rifiuti prodotti e che credeva fossero stati ritirati, e i 179.607 euro che invece dovevano essere incassati dalla ditta per il ritiro reale del materiale pari a 51mila chili.

Per l’accusa i fatti si sarebbero svolti per oltre un anno, dal febbraio 2009 all’aprile 2010. «Chiariremo a processo cosa è realmente accaduto», afferma l’avvocato Tito Codagnone, legale di Maio, «perché ci sono degli errori nelle indagini condotte dalla Forestale. Errori derivanti anche da una errata interpretazione del contratto tra la Asl e la Maio che riguardava il pagamento dei rifiuti in base ai litri ritirati e non ai chili, come sostenuto proprio dalla Forestale. Non c’è stata alcuna truffa e lo dimostreremo al processo», conclude Codagnone.

Teresa Di Rocco

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