Ex Burgo, in aula contro la mobilità

27 Novembre 2011

A una settimana dalla mobilità sale la tensione tra i 133 lavoratori Burgo: domani saranno in consiglio comunale, il sindaco invita alla calma

CHIETI. A una settimana dalla mobilità sale la tensione tra i 133 lavoratori Burgo. Domani mattina saranno in consiglio comunale per sensibilizzare i politici locali a soluzioni alternative, che vanno dall'ingresso dei lavoratori nelle aziende In.Te, al prolungamento della cassa integrazione fino al 31 dicembre in attesa del Milleproroghe, alla ricollocazione in altri stabilimenti Burgo. Tutto per avere nuove assunzioni.Quelle che furono garantite dall'accordo di programma del 2009 e furono condizione per il sì alla demolizione. Ad oggi non sono state concretizzate né da In.Te, progetto di rilancio produttivo del sito ex cartiera, sul quale quell'accordo di programma poggiava, né da Area, impianto per il trattamento degli imballaggi di Casalincontrada, che da In.Te s'è distaccato. «Non è possibile evitare la mobilità», dice il sindaco Umberto Di Primio, «la Rsu ha preparato però un patto per la ricollocazione dei lavoratori e già domani incontro i rappresentanti della Burgo per lavorare con loro e le aziende di In.Te. affinché vada a buon fine. Mi rendo conto che è difficile ma è importante mantenere un clima sereno». Difficile per i lavoratori, che credono evanescente il progetto dell'ingegner Domenico Merlino. Prima di tutto perché una piccola parte di In.Te è disegnata su terreni che al momento sono vincolati a un contratto preliminare di acquisto da parte di Parco Paglia spa. Quel che più allarma, poi, sono le voci che dicono non sia stato presentato ancora alcun progetto di nuovi capannoni in Comune e che ci vogliono tempi lunghi per la bonifica dei terreni su cui dovrebbero sorgere. «Sono stati presentati progetti per la costruzione di 9 capannoni allo sportello unico delle attività produttive», replica Di Primio, «una volta arrivata la caratterizzazione delle aree di insediamento, impiegheremo meno tempo possibile per il rilascio delle autorizzazioni. L'auspicio è che la costruzione dei capannoni inizi tra marzo e aprile del 2012». «La mobilità si può evitare», replicano al sindaco i lavoratori che preparano la sortita di domani in consiglio, «possiamo essere inglobati da subito nelle aziende che intendono investire in In.Te, oppure puntare al prolungamento della cassa integrazione fino alla fine di dicembre, per aspettare i dettagli sui nuovi fondi per gli ammortizzatori del Milleproroghe, o ancora essere ricollocati nelle altre fabbriche della Burgo». Questi lavoratori non accennano al patto di ricollocazione stilato da Giancamillo Marrone, rsu Burgo, che dovrebbe essere siglato da Regione, Provincia, Comune, Burgo, Merlino progetti, rsu, sindacati e aziende del consorzio In.Te. «Gli ex Burgo», dice Marrone, riassumendone il contenuto, «avranno priorità nell'assunzione delle aziende di In.Te, impegnate da subito a definire le proprie esigenze occupazionali in termini numerici e di inquadramento professionale». Michele Marchioli della Cgil suggerisce di farlo firmare anche a Mo.d'A, altro gruppo che dovrebbe insediarsi nell'area ex cartiera. «La garanzia della ricollocazione dei 133 l'abbiamo solo se vanno a buon fine sia Mod'A, che Area e In.te», conclude Marchioli, «il cda di Burgo questa settimana potrebbe anche decidere per un via libera alla richiesta di nuova cassa integrazione. Potremmo strappare da loro una sorta di promesse di incentivi, prezzi dei terreni più bassi, per quelle aziende di In.Te che fanno la preselezione del personale ex cartiera e garantiscono la ricollocazione effettiva».

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