Le indagini sull'uccisione dell'ex carabiniere di Mozzagrogna

CHIETI

Ex carabiniere ucciso in strada, indagini vicine a una svolta

Perquisizioni e sequestri sul delitto del maresciallo di Mozzagrogna, ascoltate in caserma due persone. Al setaccio un paio di appartamenti

CHIETI. Scattano perquisizioni e sequestri nell’inchiesta sull’omicidio dell’ex carabiniere Antonio Cianfrone, 50 anni di Mozzagrogna, ucciso mercoledì mattina mentre faceva jogging sulla pista ciclopedonale di Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno. Potrebbe esserci già nelle prossime ore la svolta nel delitto premeditato del maresciallo ammazzato con tre colpi di pistola da due killer in moto.

Antonio Cianfarone, 50 anni, la vittima
LE INDAGINI. Ieri pomeriggio, in base a quanto emerso, i carabinieri hanno sequestrato una motocicletta e perquisito un paio di abitazioni che si trovano non lontano dal luogo dell’omicidio. Due persone, padre e figlio, sono state portate in caserma per accertamenti. Ma, fino alla tarda serata di ieri, nell’inchiesta non c’erano ancora punti fermi. Sono diverse, infatti, le piste seguite dagli investigatori per risolvere un giallo che ha sconvolto due comunità: quella di Spinetoli, dove Cianfrone, vice comandante della stazione di Monsampolo del Tronto, viveva da anni; e quella di Mozzagrogna, il suo paese d’origine, dove nessuno riesce a dare un perché a un omicidio che evoca scenari da criminalità organizzata.
SOPRALLUOGO. Anche l’Esercito è impegnato nelle indagini per l’omicidio del sottufficiale sospeso dal servizio nel 2015 a seguito di un’inchiesta per concussione, che lo ha fatto finire sotto processo. Sul luogo dell’agguato avvenuto mercoledì mattina, ancora sotto sequestro, ieri hanno lavorato gli artificieri dell’Esercito con i metal detector per cercare di trovare i bossoli dei proiettili sparati contro la vittima. I militari dell’Arma hanno iniziato a visionare i filmati delle telecamere di sicurezza dei caselli autostradali del Piceno e dell'Abruzzo, nonché quelle degli autogrill nella speranza di trovare immagini di buona qualità che ritraggano le due persone che, vestite entrambe di scuro e con in testa caschi integrali (uno bianco e uno verde), sono state viste allontanarsi dopo aver assassinato Cianfrone. Decisiva potrebbe risultare anche l’analisi delle telefonate più recenti e degli ultimi messaggi ricevuti dalla vittima.
L’APPELLO. Nel frattempo, procura di Ascoli Piceno e carabinieri rinnovano l’invito a testimoni a presentarsi per riferire quanto hanno visto l’altra mattina in relazione al passaggio nel territorio di una moto di grossa cilindrata. L'autopsia potrebbe slittare alla prossima settimana.
LA LETTERA. Intanto uno dei nipoti di Cianfrone, Samuele, ha pubblicato su Facebook una lettera dedicata allo zio: «Con le lacrime agli occhi», scrive, «non riesco a credere che non sarai con me a festeggiare i miei traguardi. Non ti sei mai arreso nonostante le cattiverie subite, e quelle che alcune persone tuttora riescono ad esternare nei tuoi confronti. Ma chiunque ti abbia conosciuto sa della tua bontà e dell’anima pura. La maggior parte delle persone ti ama! Eri bellissimo e troppo buono, tutti sentiranno la tua mancanza. La tua vita non meritava questo finale. Penso che difficilmente verrà fatta giustizia. Ma in qualunque caso nessuno mi riporterà da te. Questi tre colpi li ho subiti anch’io: è impossibile non avvertirli. Ma sappi che troverò la forza di andare avanti: non ti deluderò».

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